Sono anche gli anni in cui si dedica alle sue
lezioni all’aria aperta: lezioni ad alto livello, ma svolte con un linguaggio accessibile a tutti, su temi in genere scientifici (fisica, astronomia, filosofia, politica, economia), tenute appunto
all’aperto, gratuite, alle quali tutti potevano partecipare, perché, come scriveva nel 1872 su un manifesto che invitava i cittadini alle sue lezioni ed anche, e soprattutto, ad uscire dall’ignoranza:
Una parte di voi, fortunatamente non i più, ma sempre troppi, non sanno né leggere né scrivere. Quelli fra voi che leggeranno questo scritto, preghino in mio nome gli altri vostri e miei soci di andare a dirozzarsi nelle scuole serali o domenicali del Comune. Andateci anche voi che conoscete già gli elementi della scrittura, onde apprendere di più. Frequentate pure le lezioni della Lega di insegnamento. Ricordatevi che l’ignorante non è uomo che per metà. Coloro che ebbero la fortuna di una educazione superiore alla vostra non hanno perciò in alcun modo il diritto di tenervi sotto i loro piedi: ma dovete toglierne ad essi la tentazione ed il mezzo coll’istruirvi anche voi.
E, fedele a se stesso, il
professore dell’infinito, si dedicò per anni proprio a questo: spiegare al popolo, sulle piazze e nei giardini delle città italiane, ogni aspetto dello scibile umano, perché comunque ogni tassello portato alle menti anche degli ignoranti sarebbe servito, prima o poi, per portarli verso la libertà, di pensiero ed anche di vita.