La fanciulla di Zena

Stava in castello la bella fanciulla,
Pure una notte fu portata via…
Della meschina sapete voi nulla?

Stava a Pianoro un’altra compagnia,
Che se ne andò con la fanciulla ai monti,
Neppur quaggiù sappiamo che ne sia.


(Stornello montanaro dell’800)



Il percorso stradale della Val di Zena, dal nome dell’omonimo torrente, inizia, venendo da Bologna, alla Pulce (San Lazzaro di Savena), direzione Farneto.
Seguendo l’unica strada si arriva appunto alla località Zena poi, dominati dal santuario di Monte delle Formiche, si prosegue per Torre Arabella e infine Quinzano. È una valle scarsamente popolata a causa della sua morfologia, inoltre fa parte dei Calanchi dell’Abbadessa e del Parco dei Gessi e lo scarso traffico automobilistico la rende il paradiso dei ciclisti.
Valle abbastanza stretta, in molti punti poco soleggiata, freddissima d’inverno ma piacevolissima d’estate, l’ho percorsa centinaia di volte notando col tempo sempre nuovi dettagli.
Complice uno dei periodici disboscamenti di manutenzione, si era resa meglio visibile parte di una costruzione in cima ad un’altura che sovrasta Zena: era il rudere di una di quelle case ricostruite in stile medievale e non ci diedi molto peso, anche se trovavo strana una simile costruzione in quei luoghi.

Tempo dopo, passando proprio sotto di essa, casualmente ne accennai al “gregario” di turno, che mi parlò di un castello.
Incuriosito, cercai qualche dettaglio in merito e in effetti scoprii che veramente era esistito un castello già dal periodo di Matilde di Canossa, facente parte di un più articolato sistema difensivo dei passi appenninici (in questo caso la Raticosa) verso la pianura, come ad esempio il borgo della Torre dell’Erede poco distante, Brento sul Savena e altri.


_{Immagini nella pagina:
Castello di Zena (foto: Associazione Parco Museale della Val di Zena)
Monte delle Formiche visto da Castelnuovo di Bisano (foto A. Gazzotti)}