Contributi

Nel Castello di Nymphenburg a Monaco di Baviera, tra i quadri appartenenti alla Galleria delle Bellezze, la collezione di ritratti delle più belle donne del tempo voluta da Re Ludwig I, c’è quello raffigurante una giovane donna inglese, realizzato nel 1831 dal pittore di corte Joseph Karl Stieler. Veste un elegante abito di raso nero decorato da un cordoncino oro. Ha lo sguardo rivolto all’insù, un po’ perso nel vuoto. I lunghi boccoli che le ricadono sulle tempie mettono in risalto il diadema che le orna la fronte.
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Nel corso dei secoli le danze hanno seguito le mode e le tradizioni della società lasciando via via il posto ai nuovi balli accompagnati da nuovi ritmi e nuove melodie. Pensiamo alle carole medievali che hanno lasciato il posto alle Bassedanze e ai Balli rinascimentali, che a loro volta hanno lasciato il posto ai minuetti settecenteschi, che hanno ceduto il posto alle Quadriglie ottocentesche. Ma esiste una danza che, dopo due secoli di appassionante storia, non ha ancora trovato il suo declino, il Valzer.
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Buon Anno a tutti! Buon 2020 e buon 1860! Già, perché per 8cento e Jourdelò il nuovo anno cui volgere lo sguardo per le prossime rievocazioni storiche e ricorrenze è proprio il 1860.

Ci siamo appena lasciati alle spalle il 1859, il cui evento clou per Bologna è stata la definitiva cacciata degli Austriaci e la fine del potere pontificio. Cosa ci riserverà il 1860? Cosa accadde 160 anni fa?

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L’abito da ballo nel periodo di Jane Austen
Sabato 7 dicembre l’Associazione JASIT, in collaborazione con 8cento, celebrerà - attraverso la danza - il compleanno di Jane Austen (1775 -1817), scrittrice inglese vissuta a cavallo tra due epoche.

In questo breve articolo si ripercorre la moda femminile da ballo di fine Settecento e inizio Ottocento, negli anni di gioventù della celebre scrittrice.
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Giacomo Leopardi compose la poesia nella primavera del 1819, ricorrono quindi duecento anni dalla nascita di questo sorprendente idillio. Jourdelò partecipa al ricordo con un articolo dedicato ai celebri versi.

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L’abito da ballo femminile nel periodo romantico-borghese (1836-1855)

Con questo contributo si dà inizio alla rubrica Il guardaroba dell’800, dedicata all'abbigliamento del XIX secolo. Sarà soprattutto una galleria di immagini, espressione di un periodo storico, di un genere e di una moda, per identificare le linee principali del vestire dell’epoca.

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Ritratto di Anita Garibaldi

Giuseppe saliva le scale lentamente, seguendo il contadino che li aveva ospitati. Quel pover’uomo, tal Ravaglia, non aveva esitato un attimo ad aiutarli, pur sapendo di rischiare molto, forse anche la vita stessa, accogliendo in casa propria quei due pericolosi fuggitivi. “Ch’ì patàca d’i tugnen non vi troveranno quassù!”, disse il contadino, illuminando i gradini in legno con la fioca luce di una candela.

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Un pittore bolognese tra Romanticismo e devozione

In occasione del bicentenario della nascita del pittore bolognese Alessandro Guardassoni, l’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, l’Istituzione Bologna Musei - Musei Civici d’Arte Antica, la Fondazione Gualandi a favore dei sordi e la Diocesi di Bologna hanno realizzato un itinerario diffuso nella città metropolitana per valorizzare l’attività dell’artista. 8cento partecipa con piacere all’iniziativa con l’evento A passo di danza nell’800 di Guardassoni sabato 21 settembre e dedicando un contributo all’ampia rassegna espositiva sulla propria rivista storico-culturale Jourdelò.

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Giovanni Masotti nasce a Bologna il 15 giugno 1873. Nel novembre 1885 viene ammesso al Collegio Venturoli, dove studia sotto la guida dei professori Alfredo Tartarini ed Enrico Barberi. Terminato il periodo di formazione, vince il Premio Angiolini, che gli permette di proseguire la sua carriera artistica in diverse città italiane, Venezia, Roma, Pisa. Dal 1895 partecipa in maniera costante alle esposizioni artistiche organizzate a Bologna dalla Società Francesco Francia, nel 1902 vince il premio Cincinnato Baruzzi con il dipinto Bandiera Bianca.

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La regione del Gévaudan attualmente non esiste più in quanto, con la Rivoluzione, divenne il dipartimento della Lozère. Situata nel sud della Francia nel cuore del Massiccio centrale, e anticamente abitata dalla popolazione gallica dei Gabali, si distingue sia per l’elevata concentrazione di monumenti megalitici menhir e dolmen (la Cham des Bondons con 154 menhir di granito è seconda solo a Carnac in Bretagna) sia per essere il dipartimento metropolitano con il minor numero di abitanti e la più bassa densità di popolazione. Un territorio un po’ magico e molto selvaggio che ben si adatta a questa storia.

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