♫♪♫ ...nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino... ♫♪♫♪♫
Versi di una canzone birichina di Dalla. Ma Lucio aveva ragione. Lo schema delle vie centrali cittadine è, infatti, molto regolare. Quando la romana Bononia si stanziò, sostituendo l'antica ed etrusca Felsina, la città venne impostata seguendo due indirizzi principali: cardine e decumano. Da est a ovest si trovava il Decumano massimo, cioè le attuali vie Rizzoli e Ugo Bassi. Da nord a sud, il Cardine massimo, le attuali vie Galliera e Val d'Aposa. Attorno a queste strade, si costruì una sorta di griglia utilizzando cardini e decumani minori. Questo reticolato era costituito da isolati rettangolari aventi dimensioni simili tra loro.
Prima o poi, l’amante della storia e della cultura scozzese viene inevitabilmente attratto oltre il Canale di Caledonia, alla ricerca dei paesaggi arcani delle remote Highlands. Raggiunte queste terre estreme, è probabile che senta l’impulso di proseguire fino al termine della strada, per vedere dove e come finisce la Scozia.
Jane Austen (1775-1817) era un'appassionata lettrice. Il vizio di leggere le era stato inculcato fin da giovanissima dal padre, il Reverendo George, che nella canonica di Steventon, nella contea inglese dello Hampshire, in cui viveva la numerosissima famiglia Austen (oltre ai due genitori, c'erano anche sei figli maschi e due figlie femmine, tra cui appunto Jane, che era la penultima), aveva una biblioteca fornita di ben 500 volumi, una vera rarità a quei tempi per un uomo non benestante. Ma il fatto ancora più eclatante era che tutti in famiglia, anche le figlie, potevano attingervi liberamente, senza alcuna restrizione dettata dalla consuetudine dell'epoca di educare le femmine in modo più rigido rispetto ai maschi.
Il 25 ottobre 1836, a Parigi, vengono completati i lavori di istallazione dell’obelisco egizio in Place de la Concorde dove tuttora si trova. Si direbbe una normale operazione di abbellimento, mediante l’utilizzo di un monumento senza riferimenti politici, di una piazza che era stata il centro degli avvenimenti storici francesi ed europei più ridondanti del precedente mezzo secolo. Ma forse non è solo questo.
La sera scende gentile sulla facciata austera e di armoniosa semplicità di S. Petronio, chiesa maestosa che sempre ha fatto parte della mia vita, da quando bambina giocavo con gli amici a rincorrerci nel suo lungo e spoglio ingresso posteriore, che sbocca nello spazio di antica grazia di Corte Galluzzi. Scende la sera con bagliori dorati anche sulla cattedrale di S. Pietro, chiesa troppo ricca e distante, che non ho mai amato perché non mi ispira né confidenza né raccoglimento.
Nella mente umana, la memoria è sempre legata a sensazioni: luoghi, colori, immagini, suoni, eventi o altro che ci colpiscono e si fissano nella nostra mente in maniera imprevedibile e spesso non del tutto volontaria, solo perché ci hanno suscitato qualcosa di unico e irripetibile. Lo è ancora di più la memoria di eventi lontani, in particolare quelli storici: nonostante anni di studio, quanto resta in noi di ciò che abbiamo letto sui libri di scuola se non lo usiamo ogni giorno (ad esempio per lavoro) o non ne siamo… appassionati?
Stille Nacht, in inglese Silent Night, in italiano Astro del Ciel, è uno dei canti natalizi più famosi al mondo. La sua magia dura ininterrottamente da oltre duecento anni. Di origine austriaca, è stato tradotto o adattato in più di 300 lingue e dialetti e nel 2011 è stato inserito dall’UNESCO nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Maria Luisa d’Austria, nota anche come Maria Luigia, primogenita dell’Imperatore Francesco II, era nata a Vienna nella serata del 12 dicembre 1791. L’educazione della bimba venne affidata a fedeli governanti e dame di corte. In qualità di Arciduchessa imperiale, la sua formazione fu abbastanza accurata, anche se non approfondita. Di indole timorosa e remissiva, Maria Luisa apprese diverse conoscenze di geografia, storia, lingue e religione; quest’ultima era utile per fornire alla giovane Arciduchessa una preparazione che le consentisse di abbracciare la fede del futuro marito e del matrimonio.
Mia moglie ed io eravamo nell'associazione di danza da un anno. Era stato un anno impegnativo, stimolante e gradevole. Ci eravamo iscritti per le danze scozzesi che avevamo visto durante una esibizione estiva. Avevamo scoperto, accettato ed in seguito anche apprezzato la danza ottocentesca.
Inizialmente Gioachino Rossini fu sepolto, secondo le volontà della moglie Olympe Pélissier, nel cimitero di Père-Lachaise a Parigi. Furono celebrati funerali grandiosi nell’Eglise de la Sainte-Trinité, con immensa partecipazione popolare.
La notizia della morte di un ospite tanto amato e ammirato suscitò generale e profonda commozione nella capitale francese. I giornali uscirono listati a lutto. Il Journal des Débats scriveva L’Italia gli aveva dato la vita, l’educazione, la gloria; la Francia gli ha serbato il suo cuore sino all’ultimo giorno.