Liberamente tratto da La Civiltà della Conversazione, di Benedetta Craveri
I salotti francesi dell’Ancien Règime del XVII e XVIII secolo offrono lo spunto per recuperare lo stile raffinato dell’arte della conversazione. Conversare significa innanzitutto parlare in modo cordiale, tra più persone, di argomenti piacevoli; oggi, nella società moderna, la conversazione sembra rappresentare un’importante difficoltà comunicativa, alcune volte insormontabile, spesso sostituita da frenesie e irruenze monologate o dialogate se si pensa ai talk show televisivi e ai modelli di risse verbali mediatiche. Fermarsi anche solo qualche minuto, per leggere o rileggere come e dove l’arte della conversazione sia maturata, quali linguaggi comunicativi abbia innescato, quale luogo della memoria abbia rappresentato, credo sia motivo di consapevolezza intellettuale e culturale del nostro tempo. Concordo pienamente con Benedetta Craveri quando scrive che quell’ideale di conversazione, nato nei salotti parigini settecenteschi, sa coniugare la leggerezza con la profondità, l’eleganza con il piacere, la ricerca della verità con la tolleranza e con il rispetto dell’opinione altrui, non ha mai smesso di attrarci; e quanto più la realtà ce ne allontana tanto più ne sentiamo la mancanza.
L’idea moderna di società civile prende origini dalla noblesse francese; sono loro, gli aristocratici oziosi, ad incontrarsi e decidere autonomamente di parlare di arte, di teatro, di letteratura… Madame de la Sablière, Madame de Longueville, la duchessa di Montbazon, Madame de Sévigné, Madame de la Fayette, Madame Geoffrin sono solo alcuni nomi di protagoniste dei salotti. Eh sì, perchè le vere regine dei salotti erano proprio le donne, quelle incantevoli dame che si distinguevano per eleganza, personalità e superiorità estetica e sociale, oltre che essere creature sensibili e inclini a privilegiare le emozioni e gli slanci di cuore.
Tra i vari argomenti delle salottiere, riveste particolare interesse l’amicizia. Partendo dalla riflessione del grande filosofo francese Montaigne, che aveva liberato l’idea di amicizia dell’appartenenza sociale trasportandola sul piano delle affinità intellettuali e offrendole un posto nella vita morale e affettiva dell’uomo moderno, le donne amavano conversare con gli uomini presenti nel salotto coinvolgendoli piacevolmente in tali argomenti così da sfiorare temi come l’amore e la passione.
Immagine nella pagina:
C. Lefèbvre, Marie de Rabutin-Chantal, marquise de Sévigné, ca. 1665