Dell'Amore

di Andrea Trentini

Per quale motivo il ricordo di questa donna è rimasto integro attraverso il tempo? Sicuramente l’essere stata l’ispiratrice di varie opere letterarie ed artistiche ha aiutato, ma anche queste, fra tante, non sono cadute nell’oblio. Forse il motivo sta nel fatto che si tratta di una vicenda d’amore. Di quell’amore spicciolo, popolare, che tutti conoscono e in cui sono stati coinvolti nel corso della vita. Oppure che si è rincorso e non lo si è trovato o ancora che forse ci ha tradito per cui si è portati a vivere di riflesso quello di altri. Un amore sia pure mercenario ma che non si può biasimare. La vita per molti è dura e sono tanti che accettano un lavoro pericoloso o discutibile in cambio di un’esistenza decente. In questo caso sono i sentimenti a tenere banco, l’amore, che non è figlio del tempo o della moda, o della cultura. Possono esserci vari aspetti, sfumature: l’amore dei fratelli Karamazov nella Russia della metà dell’Ottocento era sentito come una forma di dovere al di sopra delle grandi passioni.

In estremo oriente l’amore che comprende il sesso ne rappresenta la forma più elevata perché si ama con tutto il nostro essere, spirito e materia. L’amore può fare soffrire, ma ci fa sentire vivi. Può finire un amore ma non si perde la capacità di amare. Qualcuno ha sentenziato: Oh gran perizia dell’arciere Amore! Intatto il corpo, sol trafigge il cuore. Per gli antropologi l’amore è la grande trovata della natura, o se vogliamo del grande architetto, per garantire la conservazione della specie. Sono comunque tutte parti di qualcosa di più elevato, di assoluto, sfaccettature che, come succede nei diamanti, contribuiscono ad accentuare la brillantezza e la purezza del tutto, di un aspetto impalpabile del nostro essere che da sempre la scienza come la filosofia e le religioni cercano di comprendere. Restiamo tutti colpiti quando nella nostra quotidianità fatta di egoismi qualcuno sacrifica le propria vita per il prossimo. Amore dato senza nemmeno la possibilità di ricevere qualcosa in cambio. Qualcuno ha ipotizzato che la coesione della materia sia una forma d’amore, e non deve essere un’idea nuova se Dante Alighieri lo cantava come l’amor che muove il sole e l’altre stelle.

Ancora Parigi. Domenica mattina presto. La folla dei turisti si riversa sull’isola della Senna, verso la cattedrale di Notre-Dame. Alcune bancarelle dei bouquinisti, già aperte, richiamano l’attenzione con un tocco di nostalgico romanticismo. Poco distante, sulla riva sinistra della Senna, sbuca rue du Bac, un’antica via che portava al traghetto andato in disuso dopo la costruzione del Ponte Nuovo. Dato il giorno di festa e l’ora presta la strada è semideserta. Solo alcune persone che si muovono con fare dubbioso, quasi circospetto, consultando la segnaletica in vero alquanto carente. Incontriamo anche un gruppo di persone, queste invece più organizzate, che camminano decise verso la loro meta. Finalmente arriviamo anche noi all’indirizzo che ci porta nel cortile del convento delle Figlie della Carità con annessa chiesa di San Vincenzo de’ Paoli, fondatore dell’Ordine.

Proprio in questa chiesa, il 18 luglio 1830, mentre la nostra Alphonsine viveva le sue prime tribolazioni, alla giovane novizia Caterina Labouré comparve la Madonna. Unico caso nella storia delle apparizioni di un evento cercato ed esplicitamente richiesto dalla veggente. Inoltre la prima delle apparizioni in epoca moderna che contenesse profezie su fatti storici. La veggente, rimasta orfana di madre in tenera età, considerava sua madre la Madonna tanto da desiderare di vederla. Da questo fatto, su indicazione della Vergine stessa, è stata coniata una medaglia miracolosa che, indossata, aiuta le persone a sentire il contatto con il divino. Sulla medaglia, ancora oggi distribuita a piene mani ai fedeli, la Madonna è ritratta a braccia aperte dalle cui mani escono dei raggi a simboleggiare le grazie che è disposta ad elargire.

Al di là dell’accettazione dell’evento come fatto storico, resta il grande bisogno di amore che c’è. Necessità di amore materno, di cui si sente bisogno quando la vita ci mette a dura prova. L’amore totale, disinteressato della madre verso i propri figli, la soluzione di tutti i problemi. Ci sono madri che affrontano la morte pur di non mettere a rischio la vita del nascituro che hanno in grembo. Deve essere una necessità che attraversa le culture, se agli induisti appare Parvati, moglie del dio Shiva. Per riconoscere le apparizioni è necessaria la fede. Alcuni scettici ritengono che il grande bisogno di amore materno si cristallizzi in forme che solo persone senza malizia riescono a percepire. Resta l’amore, che non si vede ma c’è, sia nella forma di ricevere che di dare che di condividere.

Allora forse conviene provare a lasciare riposare per un po’ la nostra mente ed affidare i nostri dubbi, le nostre indecisioni al cuore. Forse le indicazioni che ne scaturiranno non saranno le più comode, ma di sicuro le più gratificanti.


Immagine nella pagina:
La tomba di Marie Duplessis a Montmartre

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Gennaio-Marzo 2008 (Numero 9)

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