Gioachino Rossini

Curiosità e aneddoti su un genio della musica, e non solo...

di Gianna Daniele

G Rossini (Miniatura 480x718 px)

La passione di Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 - Parigi, 13 novembre 1868) per la gastronomia è nota; non è un caso che amasse definirsi pianista di terza classe, ma primo gastronomo dell’universo.
Durante le serate musicali che si tenevano il sabato sera nella sua dimora parigina venivano eseguite arie, ariette, canzoni e duettini, composti dal musicista stesso (la raccolta Soirées Musicales contiene otto ariette soliste e quattro notturni in duetto che Rossini aveva scelto fra quelle scritte fra il 1830 ed il 1835; F. Sanvitale, La Romanza italiana da salotto, 2002).

Dopo essersi ritirato dalle scene all’età di 37 anni, scrisse pochissime opere e si dedicò alla composizione di musiche vocali, pezzi per pianoforte, musica da camera per altri strumenti e per coro (raccolti in 14 fascicoli con il titolo Peccati di vecchiaia). Queste composizioni non erano destinate alla pubblicazione o alla esecuzione pubblica, ma venivano perlopiù eseguite privatamente nel suo frequentatissimo salotto parigino; sono opere brevi che esprimono sentimenti diversi: nostalgia per il passato, pessimismo per il futuro, ironia per le mode romantiche che andavano diffondendosi, amore per le donne e per la buona cucina. Ad una delle collezioni Rossini diede intestazioni e titoli molto originali: Gli antipasti; Ravanelli; Burro; Acciughe...

Proprio sull’amore per la cucina, che più che una passione era sicuramente una ragione di vita, esistono numerosissimi aneddoti che riguardano la vita di Rossini; non si sa quanti siano effettivamente accaduti e quanti siano solo racconti leggendari, ma sicuramente tutti contribuiscono a creare un’immagine veritiera di un personaggio, oltre che geniale, decisamente originale e passionale. Alcuni di questi gustosi aneddoti sono narrati da Giuseppe Radiciotti, nella sua monografia su Rossini del 1927; altri si trovano con una semplice ricerca in internet. Particolarmente divertente è quello che narra di una confessione un po’ particolare di Rossini, relativa alle tre occasioni in cui si era abbandonato al pianto, ovvero quando la sua prima opera era stata oggetto di fischi, quando aveva sentito suonare Paganini e quando, durante una gita in barca, gli era caduto in acqua un tacchino farcito di tartufi.

Un altro aneddoto risale al 1816, e potrebbe anche essere collegato alla circostanza in cui Rossini aveva pianto in seguito ai fischi ricevuti a Roma al Teatro Argentina alla prima rappresentazione del Barbiere di Siviglia; il Nostro, parlando dell’accaduto con la sua compagna (la cantante Isabella Angelica Colbran) pare avesse precisato di essere molto più interessato, rispetto alla musica, alla scoperta di una nuova insalata della quale le avrebbe celermente inviato la ricetta...


Immagine nella pagina:
Ritratto di G. Rossini

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Gennaio-Marzo 2009 (Numero 12)

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