Il 6 giugno 1812 le truppe britanniche del Duca di Wellington conquistarono, a prezzo di gravissime perdite, la città spagnola di Badajoz: una temibile fortezza presidiata da un importante contingente di militari francesi.
Purtroppo, una volta entrate in città, le giubbe rosse si abbandonarono a un feroce saccheggio che paradossalmente finì per colpire proprio i cittadini spagnoli che, in teoria, gli inglesi erano venuti a liberare dal giogo napoleonico.
Tra i militari britannici che si distinsero per coraggio nella terribile battaglia, vi era anche il giovane Capitano Henry Smith della Fanteria Leggera: le giacche verdi del 95° Fucilieri, uno dei migliori Reggimenti dell’Esercito di Sua Maestà. Aggirandosi per le strade di Badajoz la mattina successiva alla conquista della cittadina, l’Ufficiale contemplava con orrore le brutalità commesse dalle truppe inglesi cercando, per quel che poteva, di fermare la furia dei suoi uomini:
Non ci sono parole sufficienti a descrivere, - scrisse anni dopo nella sua autobiografia -
le atrocità commesse dai nostri soldati sui poveri innocenti e indifesi abitanti... Sconvolto da quell’orgia di sangue e ferocia, Henry non immaginava certo che, proprio a Badajoz, la sua vita avrebbe subito una svolta felice e inaspettata.
Henry Smith (o Harry, come preferiva farsi chiamare) era nato il 28 giugno del 1787 a Whittlesey, nel Cambridgeshire, dalla modesta famiglia di un chirurgo. Entrato a 17 anni in un piccolo squadrone di cavalleria volontaria della sua città, fu notato per il suo ardimento e la sua intelligenza dal Generale Sir William Stewart, il fondatore del 95° Reggimento Fucilieri, che gli offrì di entrare, col grado di Sottotenente, nel neonato corpo di Fanteria Leggera.
Il giovane Harry si trovò da subito ad affrontare l’ostilità e il disprezzo di buona parte dei suoi colleghi, tutti di origine aristocratica, che mal sopportavano la presenza di un borghese tra di loro. Costretto a subire più o meno velate angherie, Harry non si diede per vinto e proseguì con successo la propria carriera militare partecipando a tutte le principali campagne delle Guerre Napoleoniche e distinguendosi sempre per audacia e capacità di comando.
Nel luglio del 1809 Smith, nel frattempo divenuto Capitano, si unì alle armate del Duca di Wellington che si apprestavano ad invadere la Spagna allora occupata dai francesi.
E fu così che la mattina del 7 giugno 1812 Harry Smith si trovò a camminare insieme ad un collega, il Capitano Johnny Kincaid, per le strade di Badajoz, sconcertato dalle violenze perpetrate dai suoi stessi soldati. I due militari inglesi furono ad un tratto avvicinati da due giovani nobildonne spagnole, due sorelle appartenenti alla antica casata dei Ponce de León, discendenti dirette del conquistador Juan e del poeta cinquecentesco Luis. Le due giovani avevano visto la loro casa saccheggiata e devastata dalle giacche rosse britanniche e le tracce di sangue sulle loro orecchie testimoniavano che i soldati inglesi le avevano derubate anche dei loro orecchini, strappandoli letteralmente via dai lobi auricolari. La maggiore delle due sorelle, appellandosi all’onore della divisa, chiese ai due giovani Ufficiali inglesi protezione per sé e per la sorella dalla barbarie che in quel momento imperversava per Badajoz. La giovane nobildonna appariva fine e graziosa, ma ad attirare gli sguardi dei due britannici fu la più piccola delle due sorelle, la appena quattordicenne Juana; ma lasciamo parlare il Capitano Kincaid che così descrisse la ragazza spagnola nel suo diario:
…il suo viso, sebbene non bellissimo, era peraltro…così irresistibilmente attraente, e posto sopra una figura intagliata nel più splendido stampo della natura, che guardarla significava già amarla; e io me ne innamorai, ma non le confessai mai il mio amore, e intanto un collega più impudente, si intromise e la conquistò! Inutile dire che anni dopo, nella sua autobiografia, Harry Smith confessò, non senza una punta di orgoglio, che …
quel collega più impudente, ero io…
Immagine nella pagina: Juana Ponce de Léon