Il Giardino delle VanitàIl Conte di Montetristo (2/5)

II parte

di Giuseppe Bergivaldi

...continua dal numero precedente


III - COMPLICITÀ E SOSPETTO

In verità i famosi mille sotterfugi avevano avuto successo grazie al discreto sostegno della contessa Marie de Catenacc’ su espressa richiesta della marchesa Franche de Françoises che frequentava il suo salotto e che, venuta repentinamente a conoscenza delle stravaganze del suo fabbro, aveva piacere di assecondarlo.
Purtroppo però le difficoltà per André si presentavano quasi insormontabili perché lui, non potendosi pagare le lezioni di danza, cercava di migliorare spiando ed imitando gli altri danzatori ma non riusciva ad ottenere i risultati sperati.

barca (Miniatura 219x335 px)La contessa Jeanne de Salent e de la Tur Pendant, che aveva notato le difficoltà di André e i rischi di brutte figure cui egli si esponeva, si era impietosita e gli aveva impartito alcune lezioni a titolo gratuito compresi i primi rudimenti base della danza che gli consentirono di continuare ad essere invitato nei salotti ed alle feste danzanti.

Per motivi che avranno peso nel susseguirsi della vicenda andremo a conoscere il marito della contessa Jeanne, il conte Fabricius de le Grand Coq. Era egli un uomo di scienza e si occupava di studiare i fenomeni dell’elettricità. Da anni lavorava per perfezionare il progetto di una barca che avanzava sfruttando l’energia che i danzatori accumulavano strisciando i piedi nelle piroette del valzer e del passo di mazurca. L’energia accumulata nei tacchi delle scarpe si poteva utilizzate per fare avanzare la barca che lui chiamava PILA (brevettata con il pomposo nome di Petite Imbarcation Liberament Avanzant). Nei suoi contatti con vari ricercatori stranieri, era venuto a conoscenza che uno scienziato italiano stava lavorando ad un progetto simile al suo ma quando ricevette le informazioni che aveva chiesto lesse sulla copertina del fascicolo La Pila di Alessandro Volta. Equivocando nella traduzione aveva scambiato il nome proprio per un verbo che attribuiva al congegno italiano la possibilità di sterzare. La sua barca invece si ostinava ad andare dritta, forse per la difficoltà di convogliare correttamente l’energia sui propulsori e questo lo imbestialiva.

Uno dei più assidui partecipanti alle feste danzanti era il capitano della gendarmeria Maurice de Maurices, da tutti ammirato per la splendida uniforme di gala che sfoggiava ai balli. Questi aveva cominciato ad indagare sul nome di André Trentignac, aiutato da un innominabile amico, membro della polizia segreta e con il sostegno di un giovane militare, l’ufficiale Joseph de Costantin che invidiava in particolar modo ad André l’ammirazione che gli riservavano le giovani pulzelle dell’alta società.

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Aprile-Settembre 2009 (Numero 13)

Comune di BolognaCon il patrocinio del Comune di Bologna
La Rana Giornale umoristico popolare illustrato, 1 giugno 1866

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