Finora abbiamo seguito le orme di donne sempre in movimento, che viaggiavano in terre lontane o che venivano a stabilirsi in Europa portandosi appresso un po’ del loro mondo.
Ora invece rivivremo la singolare vicenda di Violette e delle sue compagne che mai lasciarono il loro paesino dell’Alta Provenza posto su un promontorio spazzato dai venti, con le case addossate le une alle altre, un paese ai margini della grande storia, di cui mai avremmo conosciuto gli eventi se un libretto di meno di cinquanta pagine non li avesse portati alla luce. È una storia che percorreremo andando pian piano a ritroso.
Nell’estate del 1952, la giovane Yveline è invitata a presentarsi nell’ufficio di un notaio provenzale che le consegna un plico. È la sua eredità rimasta in custodia dal 1925. L’esecutore ha rispettato con scrupolo la richiesta del testatore: la busta dovrà essere consegnata in quella data precisa a un discendente di sesso femminile di età compresa fra i quindici e i trent’anni.
È il caso della ventiquattrenne Yveline, che scopre con stupore di aver ereditato un manoscritto la cui stesura è del 1919 e che narra eventi accaduti esattamente un secolo prima, nel 1852. L’autrice di quelle pagine è la sua antenata Violette Ailhaud vissuta in una frazione del paesino di Poil, oggi completamente abbandonato. Il 19 giugno 1919, alcuni mesi dopo la fine della prima guerra mondiale, Violette decide di prendere carta e penna e di raccontare
quel che è successo dopo l’inverno del 1852 perché, per la seconda volta in meno di settant’anni, il nostro villaggio ha perso tutti i suoi uomini. L’ultimo è morto il giorno dell’Armistizio, l’11 novembre.
Ha ottantaquattro anni e questo evento le richiama alla mente quello, altrettanto traumatico, del secolo precedente quando, appena diciasettenne, vide partire tutti gli uomini del paese - padre e fidanzato compresi - scortati dai gendarmi
che li spingevano con i loro fucili.
Per capire la causa di questo terribile evento, è necessario risalire il corso della storia fino al 2 dicembre 1851, data del colpo di stato per opera di Luigi Napoleone Bonaparte, presidente della Repubblica da tre anni e ormai a fine mandato. Violando la legittimità costituzionale, Luigi Napoleone, tramite alcuni decreti emanati proprio la mattina del 2 dicembre, scioglie il parlamento, ristabilisce il suffragio universale maschile, convoca le elezioni e prepara una nuova costituzione.
Immagine nella pagina: F. X. Winterhalter, Napoleone III, 1852 ca., Museo Napoleonico di Roma