Questa storia parte da molto lontano, nello spazio e nel tempo. Stiamo parlando di cioccolata.
La cioccolata, sarebbe meglio dire il cioccolato, nasce dai semi di cacao, una pianta originaria del Sud America. Viene coltivata a partire dai Maya, stiamo parlando del 1000 a.C. Per oltre 2500 anni è un prodotto esclusivamente conosciuto in quella parte di pianeta, consumata prevalentemente come bevanda, dal gusto amaro e piccante: il cacao è mescolato al peperoncino. Arriva nel vecchio continente nel 1502, grazie a Cristoforo Colombo che ne porta i semi al ritorno dal suo quarto viaggio in America. Il cioccolato fatica a diffondersi in Europa, per tutto il Cinquecento è consumato solamente in Spagna. Finalmente verso la fine del secolo alcuni monaci tolgono dalla ricetta della bevanda pepe e peperoncino, per aggiungervi zucchero e vaniglia. Persa la naturale ed eccessiva amarezza, diventato dolce, il cioccolato inizia a diffondersi. Nel Seicento viene lavorato e consumato in Italia, Francia, Inghilterra e Olanda. Nel Settecento, con l’esplosione dell’arte culinaria presso le grandi corti, anche il cioccolato si svela in tutto il suo splendore. Prodotto in America e Africa, viene lavorato in molte città europee, che si fregiano di quest’arte, molto alla moda, ed economicamente molto redditizia. Il cioccolato continua ad essere consumato sotto forma di bevanda calda o fredda soprattutto nei caffé, anche se -come dice il nome stesso dei locali - il caffè rimane la bevanda più diffusa, data anche la sua economicità (una tazza di caffè mediamente costava al pubblico un terzo di una tazza di cioccolato).