Incursioni temporaliIl Teatro di Villa Aldrovandi-Mazzacorati

di Silva Stagni

Con ogni probabilità l’architetto Francesco Tadolini, che prestò la sua opera alla ristrutturazione della villa, si occupò esclusivamente delle rifiniture esterne, fra cui la grandiosa facciata neopalladiana.

Teatro 700 Villa Aldrovandi Mazzacorati 2 (Miniatura 512x385 px)Infatti l’architetto e scultore bolognese è attivo a Camaldoli (così si chiamava questa zona pedecollinare) solo a partire dal 1769, quando il teatro era ultimato già da alcuni anni. Pare dunque che il vero progettista del teatro sia stato proprio il conte Gianfrancesco, il quale si sarebbe avvalso della consulenza di abili capomastri e macchinisti teatrali (non c’è comunque nulla di certo). Nei registri della famiglia compaiono anche i nomi di Antonio Galli Bibiena e Prospero Pesci ma, come detto, solo relativamente alla realizzazione pittorica di alcune scenografie.

Un altro scenario fu realizzato negli anni a cavallo fra Settecento ed Ottocento da Antonio Basoli e un altro ancora, nello stesso periodo, da Pelagio Palagi.

L’interno del teatro è a pianta rettangolare. La sala è sormontata da due ordini di balconate a forma di U, ciascuna sorretta apparentemente da sedici statue.

Queste sculture, realizzate secondo alcuni dallo stesso artista che scolpì altre figure sparse per la villa (alcune poste sopra il frontone, altre nella scala e nella terrazza), sono in realtà di stucco, dunque impossibilitate a reggere alcunché se non il proprio peso; non hanno nessuna funzione portante, nonostante la posa in cui sono raffigurate, e tanto meno hanno questa funzione le braccia che, in alcuni casi, con le mani accuratamente posizionate, erano invece usate per sorreggere ghirlande di fiori freschi, che venivano appese durante le serate di onore. Sono però elegantissimi elementi di decoro: sirene, tritoni, atlanti ed altri personaggi mitologici, tutti diversi gli uni dagli altri.

Le 24 statue di stucco, descritte come di maniera su antichi modelli dello scultore Angelo Piò, sono probabilmente da attribuire allo stuccatore Camporesi o, secondo l’ipotesi più recente, ad un certo Balugani, che realizzò le altre statue della villa.

L’idea di mescolare cariatidi, tritoni, atlanti e sirene non era poi così nuova come a noi oggi potrebbe apparire: infatti era un motivo assai diffuso negli allestimenti effimeri e nella decorazione delle sale di tutta Europa. Tornando alla struttura architettonica del teatrino di Villa Aldrovandi, si deve rilevare la presenza, ad un’estremità della sala rettangolare, di un palco dotato anche di sottopalco, che presenta le dimensioni non trascurabili di più di quattro metri.

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Maggio 2011 (Numero 18)

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