I fusi orari fanno parte della nostra quotidianità, sono perfettamente compresi e accettati da tutti, e sono di facile individuazione: qualsiasi agenda cartacea riporta nelle prime pagine un grafico e una tabella con i fusi orari di tutto il mondo; i siti internet che ne danno descrizione si sprecano.

Ma anche senza andare nel dettaglio specifico, chiunque sa dire a memoria che tra Bologna e New York ci sono sei ore di differenza, e che tra la Francia e l’Inghilterra ce n’è una.
E gli esempi non sono casuali.
Tutto questo è una convenzione. Una convenzione mondiale che in cento anni è diventata quotidianità assodata, una convenzione che per diventare tale ha impiegato quasi un secolo. Quel che per noi è scontato nell’Ottocento non lo era: la standardizzazione del tempo e dell’orario era un argomento molto dibattuto.
Come suggerisce il titolo, un contributo fondamentale in questa direzione fu data dal bolognese Giuseppe Barilli, alias Quirico Filopanti.
Se affettiamo la Terra in verticale in circonferenze di ampiezza massima, circa lungo l’asse di rotazione, otteniamo sulla superficie degli archi che vanno dal Polo Nord al Polo Sud. Questi sono denominati
meridiani, mentre quelli diametralmente opposti sono definiti
antimeridiani. Per un punto qualsiasi della Terra (Poli esclusi) passa un solo meridiano, e visto che i punti sulla circonferenza terrestre sono infiniti, ne segue che i meridiani sono infiniti. Allora per convenzione se ne indicano 360 come principali, distanziati di un grado angolare ciascuno. Raggruppando i meridiani in gruppi di 15, quindi spostandosi di volta in volta di 15°, si ottengono 24 meridiani, corrispondenti alle 24 ore dell’orologio.
La misura dei meridiani terrestri risale all’antica Grecia. Nel III secolo a.C. Eratostene riuscì a calcolare con una buona approssimazione la lunghezza di un meridiano, e quindi la grandezza della Terra. Con i meridiani si può determinare la
longitudine, ossia, fissato un meridiano di riferimento, la distanza da questo espressa in gradi. Come riferimento fu fissato nel 1634, dal re di Francia Luigi XIII, il
meridiano di Ferro, passante per la più occidentale delle isole Canarie.