Un giorno al castello

Vita e passatempi nell'Early Victorian Age

di Andrea Olmo

Shipton Hall (Miniatura 520x377 px)Nella prima metà del secolo XIX l’Inghilterra era un Paese in trasformazione. La Rivoluzione Industriale, avviata nel secolo precedente, la stava trasformando nella potenza industriale che avrebbe dominato il mondo dal 1850 fino alla Prima Guerra Mondiale.

Tuttavia, nonostante queste trasformazioni, durante il Regno di Guglielmo IV e nei primi anni di quello di Vittoria, la Jolly Old England restava ancora una nazione fondamentalmente rurale in cui l’aristocrazia, non travolta dalla tempesta rivoluzionaria che aveva trasformato l’Europa, manteneva un sostanziale potere. La base di questo potere stava ancora nel possesso della terra e nella fedeltà dei contadini che vi lavoravano, in un modello che si potrebbe definire semi-feudale.

Nei villaggi della splendida campagna inglese, centro della vita sociale erano i castelli dei Lords, o le ville degli Squires (piccola nobiltà terriera), come la famiglia Bennet di Orgoglio e Pregiudizio che, pur essendo meno ricchi degli aristocratici, vantavano discendenze da famiglie molto più antiche quasi sempre di origine sassone. Attorno sorgevano i villaggi: veri e propri ordinati agglomerati di povere, dignitose case di contadini fedeli al nobile locale e orgogliosi dell’importanza e della ricchezza del loro Lord.

I castelli di campagna degli aristocratici dominavano i paesaggi rurali britannici; talora costruzioni risalenti al Medioevo, talaltra di epoca Tudor, costruite in mattoni e con finestre rettangolari circondate da ricche cornici in pietra. E ancora castelli settecenteschi in stile palladiano od orribili costruzioni recenti in stile neo-gotico piene di chiostri fantasiosi e vetrate colorate, ispirati ad un Medioevo rivisitato secondo il gusto romantico del primo Ottocento. Tutti accomunati dalla grandiosità sia nelle strutture esterne, sia negli ambienti interni: lunghe gallerie, ricchi salotti, immense biblioteche, e poi fregi, colonne, nicchie; a ogni angolo un susseguirsi di opere d’arte: quadri italiani e fiamminghi, porcellane di Capodimonte, cristalli di Boemia, arazzi, libri rari. Un patrimonio arricchito di generazione in generazione, soprattutto durante il Grand Tour che ogni aristocratico inglese compiva in gioventù in Italia, Francia e talvolta anche in Oriente.


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Shipton Hall nello Shropshire

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Maggio 2012 (Numero 20)

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