Essendo nota a tutti l’amicizia che legava Lord Byron alla bella contessina Teresa, si sapeva che presto lui l’avrebbe seguita.
Infatti il 1° novembre del 1821 Lord Byron arrivò a Pisa: giunse a bordo della sua carrozza napoleonica, seguito dal suo personale di servizio, una gran quantità di mobili, i suoi libri e suoi animali (quattordici cavalli, un bulldog, due gatti, una scimmia, tre pavoni e delle galline).
Il suo amico Shelley aveva preso in affitto per Byron Palazzo Lanfranchi (ora Toscanelli) situato sul Lungarno Mediceo, mentre lui con la moglie Mary e gli amici Edward e Jane Williams abitavano all’ultimo piano di uno dei Tre Palazzi Chiesa, sulla riva opposta.
A Byron il palazzo piacque subito: la posizione a mezzogiorno faceva si che fosse sempre inondato di sole e dalle sue finestre poteva ammirare l’Arno e i bei palazzi che lo incorniciavano. Al suo editore Murray scrisse: Abito in un famoso vecchio palazzo feudale sull’Arno, abbastanza grande da contenere una guarnigione, con prigioni sotterranee e celle nei muri e così pieno di fantasmi che perfino l’istruito Fletcher, il mio maggiordomo, ha chiesto il permesso di cambiare stanza, ... La casa appartenne alla famiglia Lanfranchi, (la stessa citata da Ugolino nel suo sogno, come suo persecutore insieme a Sismondi) ... La scalinata (…) si dice sia stata costruita da Michelangelo. Di questo grande palazzo egli occupava solo il primo piano e in cima alla scalinata aveva messo di guardia il suo bulldog Moretto, per impedire l’ingresso agli estranei.
Nella nuova città Byron si trovò circondato da molti connazionali e venne accolto con entusiasmo nella cerchia di amici di Percy Bysshe e Mary Shelley. Ora il circolo pisano, o, come lo chiamava Mary Shelley, il piccolo nido di uccelli canori, era al completo; tutti i suoi membri erano poeti o scrittori: oltre ai coniugi Shelley e a Byron, il circolo includeva Edward e Jane Williams, il cugino di Shelley, Thomas Medwin, l’irlandese John Taaffe, Pietro Gamba, e più tardi si uniranno Edward Trelawny e i coniugi Hunt.
A Pisa Byron conduceva una vita indolente e abitudinaria: si alzava verso mezzogiorno, faceva colazione alle due con una tazza di tè verde, senza zucchero né latte, e un tuorlo d’uovo crudo. Mangiava una sola volta al giorno e seguiva una dieta principalmente vegetariana perché, come egli stesso diceva, aveva una digestione difficile. In realtà Byron teneva molto alla propria forma fisica e poiché era ingrassato durante il soggiorno a Ravenna, oltre a seguire questa dieta personale, praticava molta attività fisica andando tutti i giorni a cavallo e nuotando quando gli era possibile.
Dopo colazione riceveva gli amici e trascorrevano il tempo insieme giocando a biliardo, leggendo e conversando, fino all’ora della passeggiata pomeridiana. A cavallo, si dirigevano oltre Porta alle Piagge, in una fattoria fuori Pisa, a Cisanello, dove avevano ottenuto il permesso di esercitarsi al tiro con la pistola.