Scienze e TecnologiaTransoceanico, che parolone!

di Samuele Graziani

Comprendere cosa sia stata la vita scientifica e tecnologica dell’Ottocento per chi l’ha vissuta in prima persona non è di certo facile. Le nostre conoscenze, evolute, diffuse, estremizzate ci consentono di farcene una idea nostra, ma ci impediscono di apprezzare fino in fondo cosa abbia significato per l’epoca. 04_oceanico01Ne risulta giocoforza una visione viziata. In più, cosa terribile, siamo smaliziati al punto che più nulla ci stupisce. E questo è dovuto alla rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni. Negli anni sessanta-settanta, l’uomo sulla luna riusciva ancora a stupire… oggi nulla più riesce a stupire.

Tutto è spiegabile, atteso, e il processo di assuefazione, e quindi sdoganamento verso la quotidianità, dura al più qualche minuto. Turismo nello spazio, prototipi di automobili funzionanti ad aria compressa e clonazione potranno farci discutere su aspetti e sfumature etico-sociali, ma di certo rientrano immediatamente nella norma.


Un buon contributo a questo processo è stato dato dalle telecomunicazioni. Telecomunicazioni: tele-fono, tele-visione, tele-grafo… e tutto quanto si possa attaccare al prefisso greco Têle, lontano, a distanza. Le telecomunicazioni sono quello che si fa a distanza: parlare, vedere, scrivere. Ma molto di più. Se vogliamo cambiare canale sulla tele-visione usiamo il tele-comando, per entrare in autostrada il tele-pass, durante un gran premio di formula uno sentiamo ripetutamente citare la tele-metria, molti di noi aspirano al tele-lavoro, e così via. Alle telecomunicazioni siamo assuefatti. Dalle telecomunicazioni siamo dipendenti. Ebbene, anche le telecomunicazioni moderne devono rendere grazie al nostro amato Ottocento.

Sostanzialmente le comunicazioni a distanza si possono dividere secondo due grandi categorie: le comunicazioni via etere e quelle via cavo.
Le comunicazioni via etere vedono il loro principale luminare sul finire del secolo proprio qui a Bologna, Guglielmo Marconi.
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Aprile-Settembre 2006 (Numero 4)

Gran Ballo dell'Unità d'Italia, Barbara Gadani, tecnica mista, 2006

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