Balli e banchetti

di Elena Bergonzoni


Valzer vorticosi, mazurke, quadriglie... quante energie consumavano i nostri antenati durante le feste danzanti! Il rifocillarsi diventava quindi un’esigenza o, possiamo anche dire, un piacevole obbligo. Già, perché immancabilmente la serata prevedeva anche la cena, o meglio, un vero e proprio banchetto, a seconda dell’importanza dell’occasione. Gioia per gli occhi e per la gola, la cena diventava uno dei modi con cui i padroni di casa potevano dimostrare, ma anche ostentare, le loro possibilità economiche, frutto di una vivace attività lavorativa, com’era nello spirito borghese dell’epoca, così attento a prendere sempre più spesso le distanze dall’aristocrazia, ritenuta simbolo di un mondo attaccato alle tradizioni e alla ricercatezza, statico e obsoleto, lontano dalla modernità, dal progresso e dalla sobrietà.

Ebbene, come si svolgeva il banchetto? cosa si mangiava? come si mangiava? Dobbiamo innanzitutto osservare che, a dispetto della volontà di distanziarsi dalle maniere aristocratiche, le famiglie dell’alta borghesia finivano spesso per emularne i modi. Le cene e i banchetti ne sono la piena dimostrazione.

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Aprile-Settembre 2006 (Numero 4)

Gran Ballo dell'Unità d'Italia, Barbara Gadani, tecnica mista, 2006

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