Quando il gioco si fa serio: il Kriegsspiel

di Lorenzo Nannetti

Berlino, 1824

Al nostro arrivo trovammo il Generale attorniato dagli ufficiali dello Stato Maggiore Signori, il Generale annunciò ai suoi collaboratori Herr von Reiswitz ci mostrerà qualcosa di nuovo. Reiswitz non si fece intimidire da questa introduzione piuttosto fredda. Sistemò con calma la mappa del suo Kriegsspiel.
Un po’ sorpreso, il Generale disse Vuole dirci che dovremo giocare per un’ora su una mappa! Molto bene. Ci mostri una divisione con le truppe relative.
Gioco (Miniatura 219x165 px)Posso chiedere a Sua Eccellenza rispose invece Reiswitz di fornirci un’idea generale e informazioni specifiche per una manovra militare, e di scegliere due ufficiali che siano i comandanti delle due parti avverse? È anche importante che a ognuno di loro siano date solo le informazioni che avrebbero nella realtà se si trovassero davvero in quella situazione. Il Generale sembrava sorpreso davanti a tutto questo, ma iniziò a scrivere le informazioni richieste.
Fummo assegnati a comandare le truppe di ciascuna parte avversa. Si può dire con onestà che il vecchio gentiluomo, così freddo all’inizio davanti all’idea di questo gioco, ne divenne sempre più coinvolto e interessato mano a mano che esso proseguiva nello svolgimento, finché alla fine esclamò a gran voce Questo non è un gioco! È un addestramento per la guerra! Devo raccomandarlo all’intero esercito!

Con queste parole il tenente Dannhauer racconta il momento nel quale un gioco per la prima volta cambia le sorti dell’arte della guerra. Per secoli studiosi e appassionati hanno cercato di trovare un modo di rappresentare la guerra con un gioco. In fondo, gli scacchi rappresentano questo, così come altri passatempi ludici a noi magari meno conosciuti come l’orientale go. Ma è solo nel 1812 che un giovane nobile, Georg Leopold von Reiswitz, a cui è concesso entrare in contatto con la Corte del Re di Prussia Federico III, riesce nell’opera.

Von Reiswitz, per dilettare il sovrano e i suoi familiari, crea un gioco da tavolo dove quest’ultimo rappresenta un campo di battaglia in scala, le pedine rappresentano soldati, cavalieri e cannoni. Non è un semplice plastico o modellino. I giocatori muovono i pezzi come con gli scacchi (ma con dinamiche molto più complesse), e una serie di accessori (dadi, righelli, compassi) permette di simulare ogni cosa: quanto si muove, chi vince i combattimenti, eccetera… Von Reiswitz costruisce per il sovrano un tavolo riccamente decorato che possa portare tutto il materiale, una vera opera d’arte ancora conservata nel castello di Sanssouci a Potsdam.

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Maggio 2017 (Numero 27)

Vignetta tratta dal giornale satirico La Rana, n. 19

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