Jane Austen (1775-1817) era un'appassionata lettrice. Il vizio di leggere le era stato inculcato fin da giovanissima dal padre, il Reverendo George, che nella canonica di Steventon, nella contea inglese dello Hampshire, in cui viveva la numerosissima famiglia Austen (oltre ai due genitori, c'erano anche sei figli maschi e due figlie femmine, tra cui appunto Jane, che era la penultima), aveva una biblioteca fornita di ben 500 volumi, una vera rarità a quei tempi per un uomo non benestante. Ma il fatto ancora più eclatante era che tutti in famiglia, anche le figlie, potevano attingervi liberamente, senza alcuna restrizione dettata dalla consuetudine dell'epoca di educare le femmine in modo più rigido rispetto ai maschi. Oltre a questo tesoretto di libri, gli Austen usavano regolarmente le biblioteche circolanti, leggevano i quotidiani ed erano soliti fare teatro in casa, mettendo in scena brani tratti dai libri o composti da loro stessi.
Si può dire, dunque, che Jane fosse una lettrice onnivora. Accanto ai testi di poesia (Cowper il suo preferito), teatro (conosceva benissimo Shakespeare ma anche gli autori a lei coevi), ai romanzi di successo (ad esempio, il famoso Tom Jones di Fielding), a quelli filosofici (tra cui anche Hermsprong, ispirato alle tesi femministe della Rivendicazione dei diritti della donna di Mary Wollstonecraft), c'era il puro divertimento assicurato dai romanzi sentimentali (la sua preferita fu la grande autrice Frances “Fanny” Burney) e quelli gotici (inevitabilmente, della specialista del genere, ovvero Ann Radcliffe).
Il romanzo gotico era molto in voga proprio nel periodo in cui visse Jane Austen. Questo genere narrativo, infatti, era nato in Inghilterra nel 1764 con Il castello d'Otranto (sottotitolo: A Gothic Story, una storia gotica) di Horace Walpole - un testo assai poco convincente per il gusto moderno ma che all'epoca ebbe un immediato successo e stabilì i canoni di questo nuovo genere letterario. Si tratta di storie drammatiche, caratterizzate dal soprannaturale e perfino dal terrore, ma anche da temi romantici e fantastici, solitamente ambientate nel Medioevo, in luoghi tipici dell'architettura gotica (monasteri, abbazie, castelli) con lunghi e rocamboleschi viaggi che si svolgono di preferenza nella passionale, soleggiata e oscura ma bellissima Italia. I personaggi e le situazioni sono molto schematici: eroine innocenti e di solito sole al mondo, tutte svenimenti, pianti e invocazioni, minacciate dal classico cattivo e salvate dal più classico degli eroi senza macchia e senza paura nel corso di lunghissime avventure al limite dell'assurdo.
La vera, incontrastata maestra di questo genere di romanzo è Ann Radcliffe, autrice di veri e propri best seller dell'epoca come I Misteri di Udolpho (1794), L'Italiano (1797) ma il genere pullula di libri fondamentali come il terrificante Il Monaco (1796) di Matthew Lewis, Frankenstein o il moderno Prometeo (1818) di Mary Shelley e Il Vampiro (1819) di John William Polidori. Il romanzo gotico, e il genere narrativo del gotico più in generale, ha in effetti avuto diverse, importanti evoluzioni che lo hanno portato fino ai nostri giorni nelle sue più varie derivazioni: il romanzo dell'orrore, il giallo, il thriller, anche psicologico, il romanzo d'avventura, quello di fantascienza...
Jane Austen, appassionata lettrice e scrittrice in erba, durante l'adolescenza si divertì a cimentarsi con i diversi generi letterari, arrivando a prenderne in giro le esagerazioni e gli stereotipi. Già campionessa di ironia in così giovane età e scrittrice di enorme talento, non aveva alcuna intenzione di emulare gli autori di quei romanzi, voleva solo trarne spunto per metterne in luce i lati ridicoli; e lo fece con l'occhio acuto e penetrante della satira e della parodia, che estremizza una situazione rivelandone i lati ridicoli. Basta leggere un paio di brani tratti dal divertentissimo Amore e Amicizia (1790) per capire lo spirito di questi scritti:
Era troppo commovente per i sentimenti miei e di Sophia - Svenimmo a Turno sul Sofà.
Guardatevi dagli svenimenti... Anche se al momento possono essere ristoratori e Piacevoli pure credetemi da ultimo, se ripetuti troppo spesso e in una stagione inappropriata, si dimostreranno distruttivi per la Salute... Il mio destino vi sarà di monito... Muoio Martire del mio dolore per la perdita di Augustus... Un fatale deliquio mi è costata la Vita... Guardatevi dai deliqui mia Cara Laura... Un parossismo di follia è di gran lunga meno pernicioso; è un esercizio per il Corpo e se non è troppo violento, oserei dire che le sue conseguenze giovano alla Salute - Andate fuori di testa tutte le volte che volete; ma non svenite.
Immagine nella pagina:
Elaborazione grafica di Petra Zari per la copertina dell'edizione speciale JASIT per il Bicentenario di L’abbazia di Northanger.