Lavorammo per un'altra settimana, costruendo alla meglio. Non era una casa: era un mucchio di sterco, un ammasso di tronchi coperto di fango, sabbia e muschio. Sembrava fatta da un bambino con la terra. E noi dovevamo viverci dentro. Gli uomini finirono di costruire le caserme e un forno per l'NKVD. Erano veri e propri edifici di mattoni con stufe o caminetti in ogni stanza. L'uomo che caricava l'orologio disse che erano bene attrezzate. E si aspettavano che noi, invece, superassimo un inverno artico in una capanna di fango? No, loro si aspettavano che noi non lo avremmo affatto superato.
Titolo originale: Between Shades Of Gray
Traduzione dall'inglese di Roberta Scarabelli
Pubblicato da Garzanti, 2011
1941. La polizia sovietica irrompe prepotentemente in casa di Lina, in Lituania. A quindici anni, in pochi minuti, la ragazza si ritrova per strada con la mamma e il fratellino; il padre viene portato altrove. Hanno preso qualche indumento, ma hanno dovuto lasciare ogni cosa nella loro bella casa. Si aggiungono altre persone: famiglie, bambini, donne, invalidi: tutti strappati alle loro vite con violenza. Sono centinaia. Vengono caricati sui vagoni di un treno e via! Ma dove sono diretti?
Comincia così il lungo viaggio di questi deportati, fino all'arrivo in Siberia dove il freddo uccide. Sono tutti costretti a scavare o a compiere altri lavori pesanti, vivono in alloggi precari e malsani. Lina trova il modo di procurarsi qualche foglio e disegna: vuole, attraverso l'arte, documentare ciò che accade, ma soprattutto cerca di inviare i suoi disegni al campo di prigionia del padre per fargli sapere che loro sono ancora vivi. Durante il terribile viaggio, e poi durante la prigionia, i deportati sono costretti a convivere tra loro e così si sviluppano nuove conoscenze che portano a sentimenti contrastanti: la solidarietà e la collaborazione si intersecano con egoismi e tradimenti; la folle paura lascia il posto a inaspettati gesti di coraggio; la tragedia e il dolore convivono con l'amore.
Il romanzo è ispirato a una storia vera e racconta delle deportazioni dai Paesi baltici ai gulag della Siberia nel periodo della Seconda guerra mondiale.
Questo libro è stato venduto in ventotto Paesi ed è stato definito un romanzo potente "che strappa il respiro e rivela la natura miracolosa dello spirito umano".
Ruta Sepetys, nata negli USA nel 1967, è figlia di rifugiati lituani. Avevano spento anche la luna è il suo romanzo d'esordio; ha scritto anche Una stanza piena di sogni, Ci proteggerà la neve, The Fountains of Silence. Le sue opere sono state tradotte in trentatré lingue e pubblicate in quarantacinque Paesi.