È esistito un tempo in cui il viaggio era inteso soprattutto come necessità, ma a partire dal ‘600 il suo significato si modificò estendendosi anche in nome della curiosità e della conoscenza, del piacere dell’evasione e del puro divertimento. Da quel momento il viaggio in Italia divenne la tappa privilegiata di un giro che i giovani rampolli dell’aristocrazia europea, gli artisti e gli uomini colti cominciarono a intraprendere con regolarità, per accrescere la propria cultura.
Il Grand Tour, ossia il Grande Giro, nacque da un’idea della regina Elisabetta I d’Inghilterra, che istituì delle borse di studio destinate ai giovani delle famiglie aristocratiche per un soggiorno triennale in giro per l’Europa. I giovani, spesso accompagnati da un tutor adulto, durante il viaggio imparavano la politica, la storia e l’arte dei paesi europei, trascorrendo il tempo tra conferenze, ricevimenti e visite a collezioni. Dopo l’iniziativa di Elisabetta I, Luigi XIV di Francia ne adottò una simile compiendo un gesto ancora più rilevante: nel 1666 venne fondata a Roma l’Accademia di Francia per accogliere giovani artisti francesi che potevano completare la loro formazione, traendo ispirazione dalle opere d’arte, durante un soggiorno che durava da tre a cinque anni, a seconda delle discipline.
Immagine nella pagina: G. P. Pannini, Galleria di vedute di Roma moderna, 1759