E io odio piangere. Odio piangere perché è da idioti, e perché non mi consola. Mi fa solo sentire spossata, senza più voglia di mandare giù un boccone o di infilarmi la camicia da notte prima di andare a dormire.
Il passante che in quella grigia mattina del marzo 1897 avesse attraversato a proprio rischio e pericolo place Maubert, o la Maub, come la chiamavano i malviventi...
Non c'è nulla che ti possa rendere libera quanto un libro. Nelle sue pagine troverai sempre uno spazio. Sarai tu poi a decidere come utilizzarlo.
‘…La signora Gamart, per via dei suoi contatti e conoscenze, è una donna potente. La preoccupa questo?’ ‘No’. Il signor Brundish ignorava, o forse non gli era mai stata insegnata, la convenzione educata di non fissare. Fissava. Guardò fissamente Florence, come sorpreso dal suo mero trovarsi lì, e tuttavia lei si sentì incoraggiata dalla sua ostinata concentrazione.
…un improvviso senso di solitudine l’afferrò e le allagò il cuore. Per la prima volta nella sua vita avvertì il peso di essere sfilacciata come uno dei fili che rimanevano impigliati sui suoi vestiti quando cuciva e che buttava senza darsi pensiero nel fuoco, come quel ramo laggiù, sulle onde, portato alla deriva e di cui nessuno sapeva la provenienza. Senza passato e senza futuro.
Ci sono giornate indimenticabili. Ci sono giornate dove il sole ti accompagna anche se non c'è. Ci sono giornate dove l'aria dei monti ti accarezza anche se ti porta nuvole nere. Ci sono giornate dove l'urgenza di un abbraccio è irrinunciabile.
Si può dire che abbia cominciato a scrivere questa storia quand'ero bambino, perché è una storia che mi appartiene quanto mi appartengono i miei stessi ricordi. In questi anni, quando mi chiedevano di cosa parla, rispondevo sempre: di due amici e una montagna. Sí, parla proprio di questo.