Tra Leggende e Tradizione, la Scozia è a Bologna

di Alessia Branchi

Case BoncompagniCOME NASCONO I PORTICI A BOLOGNA

Nel tardo medioevo il forte incremento della popolazione, dovuto principalmente allo sviluppo dell’Università, rese necessaria la costruzione di altre unità abitative e si provvide a ciò ampliando i piani superiori delle case esistenti con asporti retti dal prolungamento delle travi portanti e da mensole dette beccadelli. Ampliando successivamente detti asporti i beccadelli non erano più in grado di reggere l’aumento di carico e si rese necessario scaricare a terra il sovrappeso tramite colonne in rovere.

All’epoca quasi tutte le costruzioni, tranne le torri, erano realizzate nel medesimo materiale, anche perché il territorio attorno alla città era ricco di foreste di querce.

Nel 1288, per dare riparo ai commercianti, agli studenti della nascente Università, per rendere abitabili i pianterreni umidi e malsani causa il contatto con la fanghiglia e i liquami delle strade, venne promulgato un bando per cui nessun nuovo edificio doveva essere privo di portico alto almeno 7 piedi bolognesi (2,66 metri), cioè quanto un uomo a cavallo e largo altrettanto. A queste misure non ci si attenne scrupolosamente specie nelle zone più povere, l’importante fu che le case fossero munite di portici.

Il 26 marzo 1568 il Legato Pontificio mons. Giovanni Battista Doria e il Gonfaloniere Camillo Paleotti emisero un bando per cui, entro tre mesi, tutte le colonne lignee dei portici dovevano essere sostituite da colonne in laterizio o in macigno.

Fine.
Precedente 1 | 2 | 3 | 4 | 5 Successiva

© 2005 - 2025 Jourdelo.it - Rivista storico culturale di 8cento

Registrazione Tribunale di Bologna n. 7549 del 13/05/2005 - Direttore Resp. Daniela Bottoni
🕑