Al giorno d’oggi può stupire che un turista visitando la città di Bologna inserisca fra le mete il camposanto, e ancor più che un personaggio come Charles Dickens, nelle pagine delle Pictures from Italy, vi dedicasse buona parte della sua descrizione. Ma il celebre scrittore inglese non è l’unico a parlarne: basti ricordare, nella prima metà dell’Ottocento, Stendhal (1818), Louis Simond (1818), Lord Byron (1819), Jules Janin (1838). Una visita al cimitero era abbastanza comune in pieno clima romantico, proprio come scrive François-René Chateaubriand nel suo Memorie d’Oltretomba (1848), ricordando che a Bologna: Ho visitato un bel cimitero: non dimentico mai i morti; sono la nostra famiglia.
Cittadini fratelli carissimi, è già più di un anno che noi nel ritiro delle nostre case andiamo considerando i vostri nuovi piani, le vostre nuove Costituzioni. Agli uomini affidate la legislazione, agli uomini i governi e le magistrature, agli uomini le ambasciate, le trattazioni, i tribunali, gli eserciti. Dappertutto insomma risuonano gli uomini, e le femine non si sentono mai nominare che per il loro uso matrimoniale...
Si può dire che abbia cominciato a scrivere questa storia quand'ero bambino, perché è una storia che mi appartiene quanto mi appartengono i miei stessi ricordi. In questi anni, quando mi chiedevano di cosa parla, rispondevo sempre: di due amici e una montagna. Sí, parla proprio di questo.