Dalle origini al Quarantotto
La navigazione a vapore sul lago di Garda ha origine nella prima metà dell’Ottocento ad opera di un gruppo di banchieri milanesi che, puntando sullo sviluppo dei traffici commerciali dopo la sistemazione politica del territorio seguita alla caduta di Napoleone, costituisce la Società Milanese per la Navigazione a Vapore sui Laghi del Regno Lombardo Veneto.
Corre l’anno 1824 e la Società Milanese, per poter esercitare per un periodo sufficiente a recuperare le spese ed a remunerare il capitale investito, ottiene dall’Imperatore d’Austria un privilegio esclusivo per 15 anni. Avvia quindi la costruzione della prima nave a vapore destinata a solcare le acque del Garda: un’imbarcazione con lo scafo di legno, con due macchine fisse della potenza di 28 cavalli ed una portata di 400 quintali. Il piroscafo è varato il 7 luglio 1827 nei cantieri di Desenzano, con il nome di Arciduca Ranieri per onorare la nascita, avvenuta approprio in quei giorni a Milano, di Ferdinando Ranieri, Arciduca d’Asburgo. In tutta la storia della navigazione il nome assegnato alle navi ha riflessi significativi.
Negli stessi anni un imprenditore di Riva, Francesco Montagnani, fa costruire dal locale cantiere di Piero Floriani l'Amico a prora, una grande imbarcazione della portata di 1000 quintali. Non funziona a vapore ma con una macchina ad ingranaggio, con trasmissioni in cuoio che azionano due ruote a pale laterali e che ha la singolare caratteristica di esser mossa da 8 cavalli che girano in tondo, come nelle vecchie giostre. Varata a Riva nel 1829, la nave dispone anche di due alberi per navigare, col vento favorevole, a vela, così da risparmiare i cavalli. Il viaggio inaugurale sulla rotta Riva – Desenzano avviene il 25 gennaio 1830.
Le due imbarcazioni sono, ovviamente, in concorrenza fra loro, come gli imprenditori lombardi e quelli rivani che continueranno a cimentarsi anche nel futuro in un nobile, epico confronto. Sul più alto pennone dell’Amico a prora sventola la bandiera con la scritta La Sicurezza. Non avendo infatti a bordo una caldaia, non corre pericolo né di scoppi né di incendio. La gente del luogo chiama simpaticamente questa nave il Manubrio perché i cavalli che girano sul ponte sono aggiogati a particolari manubri.
La Società milanese per la navigazione sul lago di Garda fa costruire un altro scafo, destinato a sostituire il primo, con una macchina a cilindro fisso da 18 cavalli vapore. La nuova nave, realizzata nei cantieri di Salò, entra in servizio in 15 giugno 1834 con lo stesso nome di Arciduca Ranieri. Nello stesso anno il primo piroscafo viene demolito.
Per ragioni economiche il manubrio è ritirato dal servizio nel 1839: i costi di esercizio sono troppo elevati per reggere la concorrenza!
L’Arciduca Ranieri domina incontrastato il Lago di Garda fino a quando, scaduto il privilegio, il 18 dicembre 1842 si costituisce a Riva del Garda la Società Benacense con l’identico scopo di svolgere la navigazione a vapore sul lago. La Benacense stipula, il 4 gennaio 1843, un contratto con Escher Wyss & C. di Zurigo per costruire un battello solido, elegante, in ferro, con costole in metallo inglese, caldaie tubolari e macchina a sistema oscillante della potenza di 42 cavalli.
La nave varata a tempo di record nella tarda primavera del 1843 compie il suo viaggio iniziale, al comando di Vincenzo Montagnani, il 23 giugno dello stesso anno. L’intero percorso Riva–Desenzano è coperto nei tempi previsti dal contratto: ore 2,45.
La società milanese decide allora di rendere il piroscafo Arciduca Ranieri alla Società Benacense che ora può esercitare da sola ed incontrastata il servizio di navigazione a vapore sul Lago di Garda.
Durante la prima guerra d’indipendenza, e precisamente il 2 aprile 1848, i due piroscafi battenti bandiera austriaca sono catturati da Luciano Manara a Salò. Quando, il 30 maggio, le truppe asburgiche capitolano a Peschiera, le due navi issano la bandiera tricolore tra gli applausi delle genti gardesane. Le vicende successive della guerra volgono, però, a favore degli austriaci che, dopo la fatal Novara, riassumono l’esercizio della navigazione lacustre.
Il battello Amico a Prora