Il romanzo, scritto in prima persona, dà voce ad Angela, una ragazza di paese che vive insieme alla madre ai margini di un borgo siciliano non lontano da Partinico. Nonostante l’intelligenza è costretta a subire scelte non sue: non vuole sposarsi e si ritrova moglie di mastro Filippo, un guaritore di campagna. Non vuole essere toccata e subisce i rapporti coniugali. Non vuole emigrare e affronta il mare da clandestina verso la Tunisia. Non vuole nessuno in casa e si trova a dover ospitare Rosalia con il marito, la ragazza che al paese la scherniva.
Ma Angela è come la parietaria, in siciliano “erba di vento”, una pianta molto tenace che riesce a sopravvivere in luoghi impossibili. Ella si adatta e subisce situazioni difficili, ma con grande dignità e forza lotta sempre per ritagliarsi e coltivare uno spazio solo suo, dove godere del silenzio e della solitudine che tanto ama e preservare la propria libertà interiore.
Marinette Pendola è nata a Tunisi da genitori di origine siciliana. Ha insegnato Lingua e Letteratura francese nelle scuole superiori, vive a Bologna e fa parte del gruppo di lavoro “Progetto della memoria” istituito dall’ambasciata italiana a Tunisi, cui sono legate numerose pubblicazioni, tra cui L'alimentazione degli italiani di Tunisia (Finzi, 2005). Per i “Quaderni del Museo dell’Emigrazione di Gualdo Tadino” ha pubblicato Gli italiani di Tunisia. Storia di una comunità (XIX-XX secolo) (Editoriale Umbra, 2007). È autrice dei romanzi autobiografici La riva lontana (Sellerio, 2000), che ripercorre un’infanzia tunisina nel periodo coloniale e La traversata del deserto (Arkadia Editore, 2014), che ricostruisce il doloroso viaggio di ritorno verso il paese degli antenati.
Marinette Pendola è inoltre vicedirettore di Jourdelò, rivista storico-culturale di 8cento APS, per la quale ha scritto numerosi articoli.