…un improvviso senso di solitudine l’afferrò e le allagò il cuore. Per la prima volta nella sua vita avvertì il peso di essere sfilacciata come uno dei fili che rimanevano impigliati sui suoi vestiti quando cuciva e che buttava senza darsi pensiero nel fuoco, come quel ramo laggiù, sulle onde, portato alla deriva e di cui nessuno sapeva la provenienza. Senza passato e senza futuro.
La vicenda si svolge a Bologna negli anni che vanno dal 1923 al 1943. Marta viene mandata a cinque anni a servizio presso una ricca famiglia bolognese di commercianti, i Guidetti, e la sua storia da quel momento si intreccia con le vicende di questa famiglia. Nella sua nuova casa Marta cresce, è apprezzata e benvoluta, gode del sincero affetto della governante Imelde e dell’anziana cuoca Carolina e impara anche il mestiere di sarta. I Guidetti hanno tre figlie e un figlio, Gianpiero, comunista e in aperto contrasto con il padre. Tra Marta e Gianpiero nasce un amore profondo e segreto. Un giorno però questi, che si è unito ad un gruppo antifascista operante nella clandestinità, scompare. Poco dopo Marta si accorgerà di essere incinta.
Ho avuto il piacere di partecipare qualche tempo fa alla presentazione di questo libro presso la Biblioteca del Centro Sociale di Via degli Orti, 60, a Bologna, nell’ambito dell’iniziativa "Letture ad Alta Voce". I commenti, la trama, le pagine estratte e le parole dell’autrice mi hanno intrigata e spinta a leggerlo. Come un ramo sull’acqua ha vinto il Premio di narrativa italiana inedita Arcangela Todaro-Faranda 2016. È stata una lettura avvincente e scorrevole. I personaggi sono perfettamente caratterizzati. Le emozioni e i sentimenti descritti con attenzione psicologica e grande efficacia. Immagini vivide e incisive.
L’ambiente signorile di casa Guidetti, gli intrecci e le dinamiche familiari, le convenzioni sociali, le figlie da accasare, sottili complicità e sotterfugi, danno al libro un po’ il sapore di un romanzo ottocentesco. Il contesto storico però è completamente diverso, sono gli anni difficili e controversi del ventennio fascista. La grande storia ci giunge indirettamente, attraverso le piccole storie della famiglia e dei personaggi che le ruotano intorno, attraverso le parole di quella borghesia che inizialmente aveva creduto nel fascismo e che col passare del tempo si sentirà sempre più disorientata e turbata dagli eventi. Attraverso l’irresistibile ironia del capofamiglia Erminio. Un’ironia spontanea e genuina che condisce l’intero romanzo, dagli spassosi battibecchi con la moglie Aurelia ai colloqui con familiari e amici e che alleggerisce la tensione narrativa nei momenti più gravi.
Come un ramo sull’acqua è anche un racconto di solidarietà e forti sentimenti ed è intriso di bolognesità. Antonella Cosentino, calabrese di nascita e bolognese di adozione ha dichiarato che con questo libro ha inteso fare un atto d’amore per Bologna. E di fatto lo è. Il suo affetto per la città traspare commosso e partecipe. È stato un piacere per me ritrovare luoghi conosciuti, avventurarmi con i personaggi nel dedalo intricato di strette viuzze del centro, ritrovare tradizioni, modi di dire, sapori, odori familiari, la nebbia che si infila sotto i portici e rievocare alla memoria eventi narrati dai miei genitori, come il terremoto del 1929. Un racconto appassionante che mi ha fatto riflettere, sorridere e commuovere.
Antonella Cosentino è nata in Calabria e vive attualmente a Castenaso in provincia di Bologna. Laureata in lettere classiche, insegna italiano e latino presso il Liceo “Giordano Bruno” di Budrio. Nel 2013 è uscito il suo primo romanzo Dalla mia finestra si vedeva il mare, pubblicato dalla Casa editrice Vertigo e ambientato nella sua terra natale. Appassionata di teatro, Antonella Cosentino è autrice anche di testi teatrali.