Nella primavera del 1820, la nobildonna tedesca Charlotte von Schiller, in viaggio a Parigi, scrive a un suo amico, il maggiore von Knebel: Fra le stranezze che, come epidemie, si diffondono nelle città e persino in intere regioni, bisogna citare una birichinata di pessimo gusto che ha spaventato Parigi quest’anno. Alcuni uomini, che qui chiamano piqueurs, si divertivano la sera per le strade, ma soprattutto al Palais-Royal e sui boulevards, a pungere delle donne con oggetti appuntiti che tenevano nascosti nella mano o avvitati a bastoni da passeggio o a ombrelli.
Stava in castello la bella fanciulla,
Pure una notte fu portata via…
Della meschina sapete voi nulla?
Stava a Pianoro un’altra compagnia,
Che se ne andò con la fanciulla ai monti,
Neppur quaggiù sappiamo che ne sia.
Volevo che sapesse che in lei poteva esistere un coraggio feroce. Che capisse come la sua forza interiore un giorno avrebbe potuto salvarla, come aveva salvato me. – Puoi imparare qualsiasi cosa, puoi diventare qualsiasi cosa.