Un’applicazione pratica di quanto fin qui teorizzato la troviamo intorno all’anno 1660 quando l’architetto Bernini ricevette da papa Alessandro XVII l’incarico di un nuovo progetto per piazza San Pietro che si concretizzò con lo splendido colonnato che tutti ben conosciamo. Nel 1665 Bernini visitò Parigi dove ebbe contatti con i migliori architetti francesi e al suo ritorno completò il progetto delimitando sulla piazza, intorno all’obelisco, il bel disegno geometrico di una leggera ellisse, divisa in otto parti. Forse è pura coincidenza, è comunque un fatto che un obelisco sormontato da una croce sopra, sia pure ansata, corrisponde al geroglifico che identifica l’antica città di Anu-Eliopoli, la Città del Sole egiziana, massimo centro spirituale dell’antichità.
Ancora, a seguito del violento incendio che il 2 settembre 1666 distrusse Londra, due architetti presentarono separatamente, ma nello stesso momento, due progetti di ricostruzione che incorporavano nei disegni delle strade e delle piazze accorgimenti che rimandavano a simboli esoterici ispirati all’albero sefirotico o della vita tratto dalla Cabala ebraica. Entrambi i progetti di Wren e di Evelyn prevedevano una piazza ottagonale come simbolo proprio dei Templari per indicare il tempio di Salomone. Altri riferimenti di questo tipo, come Temple Church, sembrano dimostrare che si volesse edificare una Gerusalemme nascosta nel cuore di Londra.
Torniamo adesso a Parigi. Mentre Gian Lorenzo Bernini, nel 1665, stava progettando la nuova facciata del Louvre su incarico del Re Sole, dal 1661 l’architetto André Le Nôtre stava realizzando uno dei suoi più ambiziosi progetti: il cosiddetto Grand Course, la Prospettiva, un ampio viale rettilineo fiancheggiato da filari di alberi che corrono verso ovest dalle Tuileries, i giardini del Louvre, fino a Pont de Neuilly. Più o meno alla metà del viale si trovava un’altura piatta in cima, sulla quale Le Nôtre collocò una vasta piazza a forma di stella, diventata nel tempo la Place de L’Étoile, dove nel 1815 Napoleone commissionò il famoso Arc de Triomphe. Ma se il Louvre è orientato su un angolo di 23,5° a nord-ovest, facendo perno sull’Arc du Carrousel, sia le Tuileries che il Grand Course si sviluppano con un allineamento di 26° a nord-ovest. Sembrerebbe che Le Nôtre volesse aggiustare l’allineamento dell’asse per avere un parallelismo più preciso con la Senna, ma perché proprio 26° e non un valore arrotondato come 25° o 30°? Stranamente, a qualche centinaio di metri più a valle rispetto al Louvre sorge la cattedrale di Notre-Dame sull’Île de la Cité, il cui asse parte da un allineamento di 23,5° a nord-ovest, ma incorpora una deviazione volontaria finendo con 26° a nord-ovest e qui si intravede lo zampino dei Templari. L’angolo di 23,5° ha un significato solare in quanto l’asse terrestre è inclinato di 23,5° rispetto al piano solare. Ma se il sole tramonta a 26° l’8 maggio (dedicato a Saint-Michel du Printemps) e il 6 agosto (data in cui si celebra la trasfigurazione del Signore), date importanti per la cristianità, proprio il 6 agosto avviene il cosiddetto sorgere eliaco di Sirio (cioè quando la stella sorge contemporaneamente al sole), la stella più luminosa della notte associata dagli antichi egizi alla dea Iside.
Ma vi è un altro aspetto che merita attenzione. L’obelisco posto in Place de la Concorde proviene dall’ingresso del tempio di Luxor, la Eliopoli del sud egiziana, dove era collocato insieme al suo gemello tuttora in loco. Ma ancora più eclatante è il fatto che il tempio di Luxor era parte integrante del più vasto complesso monumentale del tempio del sole di Amon-Ra a Karnak. E proprio come l’asse degli Champs-Élysées di Parigi, l’asse del tempio di Karnak è allineato di 26° in direzione nord-ovest. Data la diversa latitudine l’implicazione è sicuramente diversa, ma l’analogia è quantomeno sospetta.
Immagine nella pagina:
Foto aerea dell’asse di Parigi verso ovest dal Louvre verso la Défense (deviato). Da Google Maps.