A differenza di quanto ci si possa aspettare, non è però Kirkwall ad accogliere i nuovi arrivati su Mainland. Il piccolo traghetto proveniente da Scrabster, nei pressi di Thurso, costeggia la selvaggia e disabitata isola di Hoy, con il suo faraglione alto 137 metri, chiamato l’Old Man of Hoy, in perenne vanitosa posa per gli scatti fotografici, e approda nel piccolo porto di Stromness, placido e addormentato in un’altra epoca. Ogni casa che si affaccia sulla baia ha un suo piccolo approdo personale e una terrazza di pietra sugli scogli, un tempo luogo di lavoro dei pescatori della famiglia e oggi luogo di relax, su cui godere dei caldi raggi del sole, nei momenti in cui decide di mostrarsi in tutto il suo fulgore. Appena fuori dell’abitato, si sprofonda in un passato ancora più remoto e misterioso: infatti, sorprendentemente, le tribù preistoriche hanno lasciato su queste sponde impronte stupefacenti, tra le più importanti in Europa.
Il villaggio di Skara Brae, rimasto miracolosamente intatto sotto le dune di sabbia e rivelato al mondo in modo ancora più straordinario da una tempesta nel 1850, sembra un set cinematografico del Signore degli Anelli, con le sue piccole abitazioni ricoperte da morbide colline d’erba e gli arredi di pietra minimalisti, ma dalla funzione facilmente identificabile anche per i profani di archeologia; il complesso di tombe di Maeshowe compete per dimensioni ed imponenza con le grandi tombe micenee; i cerchi di menhir di Brodgar e Stennes sono immersi in un paesaggio così selvaggio da creare l’illusione di poter incontrare antiche divinità pagane dietro ogni pietra; la tomba delle aquile sull’isola di South Ronaldsay, nella quale veniva praticata l’inumazione aerea, costringe il visitatore a sdraiarsi di schiena su un carrello e a tirarsi lungo un cunicolo alto meno di un metro tramite una corda tesa, per poterne carpire i segreti.
South Ronaldsay è una delle isole meridionali dell’arcipelago che, insieme a Mainland, Flotta e Hoy, protegge un vasto specchio d’acqua, quasi una laguna, conosciuto con il nome di Scapa Flow. Scapa Flow… qui la storia si fa più recente, ma altrettanto memorabile. La baia ha un fondale profondo, accessi facilmente controllabili ed è riparata dalle terribili tempeste del nord. Essendo posizionata a cavallo tra l’Oceano Atlantico ed il Mare del Nord, nel XIX secolo venne identificata come un luogo militarmente strategico e divenne una delle basi navali principali della poderosa Home Fleet britannica. Durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1916, il Segretario di Stato alla Guerra e Maresciallo Lord Kitchener morì al largo di Mainland, affondando con tutto l’equipaggio dell’incrociatore corazzato Hampshire, che aveva urtato una mina tedesca.
A Marwick Head, uno spettacolare promontorio in cui nella stagione primaverile si possono vedere nidificare i famosi Puffin (o Pulcinelle di Mare), un memoriale a forma di torrione ricorda ancora l’eroe della Guerra Boera. Sempre a Scapa Flow, al termine del conflitto, fu internata la Flotta d’Alto Mare tedesca, che aveva combattuto allo Jutland la più grande battaglia navale di superficie della storia. Gli equipaggi, rendendosi conto che le navi non sarebbero mai state restituite alla Germania dopo la Conferenza di Versailles, autoaffondarono 17 corazzate senza che gli inglesi riuscissero ad impedirlo. Tre di queste sono ancora sul fondo della baia, per il piacere dei sub esperti che osano sfidare il freddo e le correnti sottomarine. Una stanza del piccolo ma sorprendente museo di Kirkwall ricorda gli straordinari eventi che posero temporaneamente quelle remote isole al centro della storia militare mondiale. Infatti il loro ruolo non si esaurì con la Grande Guerra e i tedeschi non furono gli unici prigionieri delle Orcadi.
Immagini:
Skara Brae
Ring of Brodgar