1819-1888. Alessandro Guardassoni

Un pittore bolognese tra Romanticismo e devozione

a cura di Silvia Battistini e Claudia Collina

In occasione del bicentenario della nascita del pittore bolognese Alessandro Guardassoni, l’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, l’Istituzione Bologna Musei - Musei Civici d’Arte Antica, la Fondazione Gualandi a favore dei sordi e la Diocesi di Bologna hanno realizzato un itinerario diffuso nella città metropolitana per valorizzare l’attività dell’artista. 8cento partecipa con piacere all’iniziativa con l’evento A passo di danza nell’800 di Guardassoni sabato 21 settembre e dedicando un contributo all’ampia rassegna espositiva sulla propria rivista storico-culturale Jourdelò.

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MOSTRA ALLE COLLEZIONI COMUNALI D’ARTE

La formazione e gli esordi

Alessandro Guardassoni nacque a Bologna il 13 dicembre 1819. Bologna, durante la giovinezza di Alessandro Guardassoni, era, dopo Roma, la città più importante del Regno Pontificio e nella sua Accademia di Belle Arti gli studenti copiavano le opere dei grandi maestri del Cinquecento e del Seicento, con una particolare attenzione alle glorie locali come i Carracci, Guercino, Guido Reni.

Questi artisti furono modelli anche per Guardassoni, non solo per esercitarsi nella copia dei maestri secondo la prassi didattica del tempo, come si vede dal disegno preparatorio della Strage degli Innocenti, ma - anche negli anni a seguire - per trarne spunti da riutilizzare nelle opere di soggetto storico e letterario. A questo genere attinsero tutti gli artisti di quella generazione, rispolverando non solo gli episodi più emblematici ed eroici della letteratura medievale, ma anche di quella rinascimentale (di cui anche il coetaneo Ippolito Bonaveri era stato premiato interprete), senza disdegnare i più moderni spunti offerti dai libretti d’opera. Nel dipinto di Guardassoni ispirato all’opera di Gaetano Donizetti, Anna Bolena forsennata, l’espressione tragica è sicuramente debitrice ai volti straziati delle madri reniane e il fascino esercitato sul giovane dal carismatico artista del Seicento si rispecchia con evidenza nel Calvaert si congratula con Guido Reni.

All’inizio degli anni Quaranta, il presidente di questa Accademia così legata alla tradizione è il pittore Clementi Alberi, di cui si espone il Ritratto di Pio VIII, papa sino al 1830. Ai concorsi per allievi banditi da questa prestigiosa istituzione venivano commissionati soggetti tradizionali, ispirati alla storia biblica o alle glorie del passato, come testimoniano alcuni dipinti di Guardassoni presenti in mostra: La morte di Leonardo (di cui si espone un bozzetto, in quanto il dipinto finito è noto solo attraverso una stampa) o la Deposizione della salma di Mosè.

Ma il talentuoso Guardassoni desiderava sperimentare le novità artistiche, arrivate a Bologna nel 1842 con la pittura purista del modenese Adeodato Malatesta, vicedirettore e professore dell’Accademia Atestina, impegnato nella decorazione della chiesa di San Giuseppe dei Cappuccini. Così l’anno successivo, assieme ai compagni Giulio Cesare Ferrari e Pietro Montebugnoli, Guardassoni si trasferì nel Ducato Estense per seguire le lezioni di Malatesta.



Immagini nella pagina:
A. Guardassoni, Anna Bolena forsennata, 1843, olio su tela, MAMbo, Bologna
A. Guardassoni, Deposizione della salma di Mosè, 1854, olio su tela, Fondazione Gualandi

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