Una moglie bellissima

Ritratto di Anita Garibaldi

di Andrea Olmo


La prima volta che aveva potuto ammirare l’immenso coraggio di lei, era stato appena dopo che si erano conosciuti. Garibaldi si era scontrato con una squadra della Marina brasiliana nei pressi di Laguna, e aveva perso due delle sue tre navi corsare: gli era rimasta soltanto la Rio Pardo. Anita aveva combattuto senza risparmiarsi e quando Giuseppe, nel tentativo di proteggerla, le aveva intimato di scendere sottocoperta, lei aveva risposto: “Subito!” ed era corsa immediatamente nella stiva… per poi risalire spingendo, baionetta alla schiena, tre marinai che si erano nascosti laggiù per paura! Alla fine, grazie anche alla intrepida ragazza brasiliana, Giuseppe aveva trionfato e le navi imperiali erano state costrette a ritirarsi.

La portava su, scalino dopo scalino. Era leggera come un fuscello, divorata dagli stenti atroci di quella folle, terribile fuga da Roma. L’altra volta non era dimagrita così, durante quella tremenda ed interminabile ritirata tra le foreste del Brasile, ritirata che era stata, se possibile, ancora più terrificante di questa. “La più terribile e la più disastrosa della mia vita!”, come Garibaldi stesso ebbe a definirla anni dopo, nelle sue Memorie…

Dopo la catastrofica sconfitta di Curitibanos del 1840, i ribelli riograndensi erano stati costretti a ritirarsi verso l’interno del Paese, attraverso un selvaggio territorio fatto di intricate foreste ed alte montagne. Garibaldi era uno dei pochi ufficiali rimasti in vita. Anita era stata presa prigioniera dagli imperiali, ma era riuscita a scappare mentre, con il permesso di un ufficiale nemico, cercava il cadavere di Giuseppe tra i caduti della battaglia. Dopo aver cavalcato per otto giorni nella foresta, cibandosi solo di bacche e radici, era riuscita infine a raggiungere il suo amato.

Piccola, coraggiosa, incosciente Anita! Pur essendo incinta del loro quinto figlio, aveva attraversato mezza Italia insieme al suo Giuseppe e, nonostante tutto, non aveva mai ceduto un attimo, non aveva mai mostrato incertezza o paura. Esattamente come dopo Curitibanos: anche quella volta era in dolce attesa, ed anche quella volta non aveva mai smesso un attimo di lottare…

Il 16 settembre 1840, durante la ritirata sulle montagne brasiliane, in una casa di poveri contadini, proprio come quelli che li stavano ospitando in Romagna, Anita aveva dato alla luce il loro primo figlio: Domenico, detto Menotti. Appena dodici giorni dopo il parto, era riuscita nuovamente a sfuggire ad un tentativo di cattura da parte del nemico. Era scappata dalla casa circondata dai soldati brasiliani portandosi dietro il neonato e, raggiunto nuovamente Giuseppe, aveva ripreso la ritirata insieme a lui. Ed era stata proprio Anita, nel momento di massima disperazione, ad avventurarsi all’avanguardia con i due soli cavalli superstiti, riuscendo a trovare gli ormai insperati soccorsi.

Anita si sentiva fiaccata dalla fame, dalla febbre, dalle fatiche di quella logorante ritirata dalla Città Eterna. Fatiche, malattie, incertezze. Quante ne avevano sofferte in quei sette, lunghi anni a Montevideo…

Dal 1841 al 1848, Garibaldi ed Anita erano vissuti in Uruguay. E non era stata una vita facile. Si erano sposati nel 1842, dopodiché Giuseppe si era arrabattato a lavorare come poteva, dando lezioni di francese e matematica. Ma i guadagni erano scarsi, e i giovani coniugi campavano tra non poche ristrettezze. Il coraggioso italiano aveva anche trovato una nuova causa per cui combattere: difendere la Libertà dell’Uruguay contro il feroce tiranno Oribe e contro gli appetiti dei potenti vicini argentini! Anita si era battuta, al solito, al fianco del marito, insieme con i volontari della eroica Legione Italiana, i primi ad indossare la camicia rossa. Ed intanto, si affannava per mandare avanti la casa e per crescere al meglio i loro figli: Menotti, Teresita, Ricciotti e la povera piccola Rosita, morta purtroppo ancora bambina.


Immagine nella pagina:
M. Rutelli, Monumento ad Anita Garibaldi (dettaglio), 1932, Roma, Gianicolo

Pagina:
Precedente 1 | 2 | 3 Successiva

© 2005 - 2025 Jourdelo.it - Rivista storico culturale di 8cento

Registrazione Tribunale di Bologna n. 7549 del 13/05/2005 - Direttore Resp. Daniela Bottoni
🕑