Sabato 7 dicembre l’Associazione JASIT, in collaborazione con 8cento, celebrerà - attraverso la danza - il compleanno di Jane Austen (1775 -1817), scrittrice inglese vissuta a cavallo tra due epoche.
In questo breve articolo si ripercorre la moda femminile da ballo di fine Settecento e inizio Ottocento, negli anni di gioventù della celebre scrittrice.
«Comunque Miss Chapman […] aveva una doppia balza nel vestito. - Devi proprio procurarti qualche balza. Non hai nella tua ampia provvista di abiti bianchi da mattina qualche capo troppo corto, buono per una balza?»
Lettera di Jane Austen a Cassandra, 15 ottobre 1813
Jane Austen nasce a cavallo tra due epoche che potremmo storicamente definire agli antipodi: la sua infanzia vede come sfondo la fine dell’Antico Regime e la Rivoluzione Francese (nasce, infatti, nel 1775) fino ad arrivare alla giovinezza nel pieno del periodo Impero.
Dal punto di vista della moda, il contrasto tra le due epoche è ben evidente: fin dagli anni ’80 del XVIII secolo le donne sono “ingabbiate” in rigide sottostrutture (larghi panier che ampliano spropositatamente le gonne, corsetti strettissimi che esaltano il punto vita e il decolleté, metri e metri di stoffe pregiatissime ricamate o addirittura dipinte a mano). Con la Rivoluzione Francese e ancor più durante il periodo del Direttorio (1795-1799), l’abito femminile diviene più “semplice”.
E così le giovani dame indossano abiti confezionati con le mussole di cotone più leggere, i corsetti si fanno meno “costrittivi” e addirittura per qualche anno scompaiono dalla scena. La vita della donna si alza e il taglio dei vestiti è rigorosamente sotto il seno, la stoffa arricciata sulla scollatura ricade fino all’orlo, a ricordare le colonne dei templi greci o i pepli delle statue classiche.
Ritratto di Madame de Verninac, Jacques-Louis David, 1798–1799 (Parigi, Museo del Louvre)