I festeggiamenti per la visita del Re a Bologna: 1 - 4 maggio 1860

di Daniela Bottoni

Mi piace ricordare lo speciale omaggio offerto al Re dalle Donne dell’Emilia nel corso del ricevimento svoltosi presso l’Archiginnasio: una magnifica bardatura da cavallo.
bardatura_da_cavalloL’iniziativa fu promossa da alcune signore, tra cui la marchesa Brigida Fava Ghisilieri Tanari, ma doveva figurare come un dono di tutte le donne dell’Emilia. Per raccogliere le offerte venne messa in piedi un’organizzazione capillare e ben strutturata, composta quasi interamente da donne, che in poche settimane permise non solo di raggiungere, ma addirittura di superare ampiamente la somma necessaria.

Brigida si era persino fatta inviare dalla Regie Scuderie di Torino una bardatura che doveva servire da modello e che è tuttora conservata presso il Museo civico del Risorgimento di Bologna. Vennero incaricati un cesellatore, un gioielliere e una ricamatrice; il manufatto donato al Re superava in sfarzo il modello torinese.

Riporta Enrico Bottrigari: Sul frontale scorgesi un giojello d’oro massiccio nel cui mezzo è una testa che rappresenta l’Italia; all’intorno sono incassate tre pietre preziose formanti i tre colori nazionali. Il resto della briglia insieme col morso e le staffe sono d’argento cisellato. La gualdrappa è di panno cremisi tutta ricamata in argento sopra un disegno di fogliami eleganti. Agli angoli della medesima la Corona regale tutta in rilievo, e pure di rilievo negli altri due angoli lo stemma di Savoja. Le sella è in velluto rosso tutta ornata d’argento, ed è leggiadra quanto mai dire si possa.

invitoPVittorio Emanuele visitò poi i musei universitari e la Pinacoteca per ammirare i capolavori della scuola bolognese.
Ma l’evento clou della visita del Re fu senz’altro il Gran Ballo organizzato in suo onore al Teatro Comunale, una festa memorabile tanto da indurre Bottrigari ad affermare, nella sua Cronaca di Bologna, che sarebbe temerarietà il tentare di descrivere l’incantevole spettacolo. Ghirlande di fiori, un oceano di luce, il parterre e i palchi affollati di dame riccamente abbigliate, uomini in tenuta elegante secondo una rigida etichetta e militari in alta uniforme, oltre 5.000 persone.

Il Re fu accolto da evviva fragorosi e prolungati a cui rispose salutando il pubblico più volte. Sessanta Signore vestite in bianco con fiori rossi dalle verdi foglie, collocate tutte sul palco scenico, cantarono un inno allusivo alle circostanze. Quindi si aprirono le danze, il Re scese dal palco reale nella sala e vi si trattenne rivolgendo la parola ora ad una ora all’altra signora. Questo tratto di cordiale espansione – commenta Bottrigari – toccò l’animo dei Bolognesi, poiché il vedere un Re che si confonde col suo popolo, che si diverte con esso, che si sente felice in mezzo a’ suoi sudditi, è qualche cosa di straordinario che tutte commuove le fibre del cuore.

Il Municipio offrì un rinfresco organizzato dalla già nota pasticceria Majani e le danze si protrassero allegramente fino al mattino. In concomitanza, fu concesso l’ingresso gratuito a tutti gli altri teatri a spese del Municipio. Al Teatro Contavalli andò in scena l’Ernani di Verdi.


Immagini nella pagina:

Bardatura da cavallo appartenuta a Vittorio Emanuele II, 1849/1859, Museo civico del Risorgimento, Bologna
Biglietto d’invito alla festa da ballo che si svolse al Teatro Comunale in onore di Vittorio Emanuele II, 1860, Museo civico del Risorgimento di Bologna

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