Arrivano i Savoia.
I primi francobolli del Regno di Sardegna risalgono al 1851 e la loro diffusione, dopo la Seconda Guerra di Indipendenza, si estese ai nuovi territori senza però sostituire completamente i loro vecchi valori da cui erano naturalmente spariti i simboli dei passati regimi.
È il 1863 che segna una svolta sostanziale nella grafica dei francobolli del nuovo Regno d’Italia rispetto a quelli Sardi: il profilo di Re Vittorio Emanuele II non è più rivolto verso destra ma verso sinistra e, cosa veramente importante, la generica dicitura Franco Bollo viene sostituita da Franco Bollo Postale Italiano poi, nella prima vera nuova serie del Regno, dal definitivo Poste Italiane, nate il 5 maggio 1862.
Altra annotazione sul profilo dei re, dal verso destra-sinistra di Vittorio Emanuele II si passerà al …di fronte di Umberto I nel 1879.
Questa prima serie non fu però di creazione italiana, era infatti stata disegnata e stampata in Inghilterra presso la tipografia De La Rue, famosa in tutto il mondo per la sua produzione di carte da gioco. Le serie successive saranno stampate dall’Officina Carte Valori di Torino, diretta dall’incisore Lodovico Bigola, che aveva svolto il suo apprendistato presso De La Rue.
Per concludere questa breve carrellata è necessario ricordare le origini della posta moderna.
Le prime informazioni le abbiamo da Erodoto e Senofonte i quali raccontano che Ciro, imperatore dei Persiani, per ricevere e mandare messaggi impose al popolo l’aggaros (in greco), che permetteva ai suoi messaggeri di esigere gratuitamente tutto quanto necessario per svolgere il proprio incarico, dai cavalli agli uomini.
I romani, con Augusto e poi con Costantino, portarono alla massima efficienza questo sistema (chiamato cursus publicus) creando lungo la loro smisurata rete stradale anche le prime statio posita (stazioni di posta), dove i messaggeri (tabellari) potevano prendere cavalli freschi riuscendo così a percorrere anche 270 chilometri in un giorno. L’aggaros divenne in latino l’angaria, da cui il nostro subire un’angheria.
Con la caduta dell’impero romano tutto questo si perse, ma non certo le varie angaria (!).
Fu però una famiglia italiana, i Tasso, poi trasferitisi in Belgio e Germania, che generazione dopo generazione ripristinarono un efficiente sistema di corrieri postali. Nel 1520 Giovanni Battista de Tassis ottenne dall’imperatore Carlo V il titolo di gran maestro delle poste imperiali con sede a Bruxelles, mentre il primogenito Matteo divenne Maestro Generale delle Poste pontificie.
I corrieri tassiani arrivarono a coprire le vie di tutti i principali paesi europei fino alla rivoluzione francese.
Un’altra curiosità riguarda infine la Repubblica Veneta, perché sulle missive più importanti e urgenti veniva apposto il disegno di una forca come minaccia di morte per il malcapitato messaggero nel caso di mancata o ritardata consegna.
Risulta che la minaccia sia stata realmente applicata.
Nota: il termine francobollo (composizione di libero da tasse e bollo) scritto tutto attaccato come oggi non era ancora di utilizzo comune.
Immagine nella pagina:
Francobolli di: Regno di Sardegna 1851, Regno d’Italia 1863, Prima Serie De La Rue 1863, Umberto I 1879