Ottorino Respighi è stato un musicista eclettico: compositore, arrangiatore e formidabile orchestratore, violinista e violista, musicologo e direttore d’orchestra.
Nato a Bologna nel
1879 da una famiglia di musicisti e di prestigiosi scultori, fu senz’altro il musicista più importante della città di Bologna e fra i più importanti nella storia della musica italiana.
Accademico d’Italia, non si iscrisse mai al partito fascista, si mantenne sempre distante dalla vita politica e pubblica italiana, immerso nella sua arte e nei suoi studi, non solo musicali.
Forte fu l’interesse per le forme sinfoniche e cameristiche, elaborate dai romantici tedeschi e sino ad allora poco praticate in Italia. Dopo aver conseguito il diploma in violino, Respighi operò prima in Russia, poi in Germania: studiò a Pietroburgo con Rimskij-Korsakov, da cui derivò la tendenza al descrittivismo e l’abilità nell’orchestrazione, che si rivelò poi in tutta la sua potenza nei poemi sinfonici che lo resero famoso in tutto il mondo.
Nel 1913 iniziò il suo insegnamento a Roma nel Conservatorio di Santa Cecilia, a cui restò legato fino al 1926. In questo periodo, abbandonata la strada del melodramma, con cui aveva iniziato la sua carriera di compositore, egli si dedicò alla creazione dei poemi sinfonici che gli diedero la celebrità:
Le fontane di Roma, I pini di Roma, Vetrate di chiesa, Trittico botticelliano, Feste romane.
Accanto a queste partiture, che sono fra gli esiti più riusciti del moderno sinfonismo italiano, se ne collocano altre in cui Respighi mise a frutto la sua grande esperienza di trascrittore e di studioso di musiche antiche in uno stile di più chiara tradizione italiana:
Concerto gregoriano per violino e orchestra,
Concerto in modo misolidio per pianoforte e orchestra, la suite
Gli uccelli per piccola orchestra,
Antiche arie e danze per liuto, tre suites per orchestra d’archi.
Il periodo successivo segnò il ritorno di Respighi al teatro musicale con
Belfagor, La campana, Maria Egiziaca, La fiamma e l’incompiuta
Lucrezia. Della sua produzione ricordiamo ancora sette balletti, molte liriche, diverse musiche vocali e altre composizioni di musica da camera.
Un altro aspetto della versatilità di Respighi è stata la facilità nell’apprendere le lingue straniere: nel corso della sua vita arrivò a parlarne correntemente ben undici.
Nel 1919 Respighi sposò
Elsa Olivieri Sangiacomo, compositrice, cantante e pianista che era stata sua allieva al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, a cui si legò in modo fortissimo e che completò l'ultima opera lirica,
Lucrezia, lasciata incompiuta dal maestro. Elsa fu spesso anche la regista delle opere liriche del marito Ottorino.
Il loro fu un amore totalizzante e a prima vista. Una volta sposati vissero anni di grande affiatamento, felicità e di successo, sempre impegnati in Italia, ma soprattutto all'estero in una serie di concerti e tournée.
È soprattutto grazie a Respighi che l’
Italia musicale nel '900 non fu più vista solo come il paese del bel canto e della lirica, ma come espressione anche di musica sinfonica e cameristica, caratteristica questa che si addiceva soprattutto a paesi come la Germania, l’Austria e, in maniera diversa, anche a Spagna, Francia e Inghilterra.
Dal secondo dopoguerra Respighi diventerà il nostro musicista della prima metà del ‘900 più eseguito al mondo dopo Giacomo Puccini.
Ottorino Respighi è sepolto al
Campo Carducci del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna. Subito dopo la sua morte, avvenuta nel
1936 per un’endocardite, il tratto di
Via de’ Castagnoli di fianco al Teatro Comunale dove egli aveva vissuto da ragazzo fu intitolato
Largo Respighi.
Immagini nella pagina: Foto di Ottorino Respighi, 1935 Casa natale di Ottorino Respighi, Via Guido Reni 8, Bologna (foto di proprietà del Museo del Risorgimento di Bologna-Certosa) Sarcofago in cui riposa Ottorino Respighi insieme alla moglie Elsa, Campo Carducci, Certosa di Bologna (foto di F. Musolesi, proprietà del Museo del Risorgimento di Bologna-Certosa)