Dickens - L’uomo che inventò il Natale: una tragicommedia dedicata al grande autore inglese

di Martina Rignanese


Composita 2 (Miniatura 219x228 px)Il protagonista resta incantato e le chiede il libro che sta leggendo: il ragazzino che è in lui si fa prendere da quelle pagine e il vascello della creatività si disincaglia. Ecco l’idea: creare un romanzo natalizio con dei fantasmi!

Nello studio di Charles si materializzano i primi personaggi: alcuni di loro sono ispirati agli umili e ridenti borghesi di Londra, ma tra loro emerge un vecchio scorbutico, vestito di nero. Quello che era apparso come uno sgradevole passante si trasforma in Ebenezel Scrooge.
John Dickens nello studio del figlio (Miniatura 219x129 px)A dargli forma è un mirabile Christopher Plummer, accigliato, sarcastico e inquietante, che diventa un divertente ma scomodo interlocutore. Il creatore lo incontra nella realtà mentre, indignato e incollerito, segue un venditore di fanciulli. Perdendosi in un vicolo buio sbuca nel cimitero della città ove uno squallido funerale viene celebrato per un imprenditore morto solo e dimenticato.
Scrooge sarà quell’uomo, il protagonista del nuovo romanzo, mentre un avvoltoio legale che finanzia la stampa editoriale ispira Jacob Marley, socio in affari di Scrooge, incatenato a una cassaforte di sterline.

Composita 1 (Miniatura 219x219 px)La scrittura delle pagine scroscia febbrile, ma casa Dickens si colma di ospiti inattesi: Kate accoglie calorosamente i suoceri causando l’incupimento del marito che vorrebbe vedere i genitori tornare nella villa comprata a sue spese.
I nipotini però sono felici poiché il nonno è l’allegria del focolare. Charlie non sa che pensare, combattuto tra l’amore, il rancore e l’oppressione di essere un capo famiglia sopraffatto da problemi economici. Già... perché in quel magico Natale di vent’anni prima tutto fu sconvolto. Gli incantevoli racconti del padre vennero interrotti dall’irruzione della polizia: imputazione? Reato di debiti insoluti.

Quando una sera il giovane passeggia nervoso con Forster, continua a percorrere l’incubo del passato. Lui che corre verso i genitori che vengono portati via e il vecchio John che gli replica di avere un cuore di ferro... L’antica prigione di Charlie alla fine si profila contro il cielo nero: una fabbrica di lucido da scarpe ormai serrata, la Warren's Blacking Warehouse, dove vede il sé bambino che attacca etichette a scatole metalliche. Quell’aria chimica e malsana... quel periodo di sei mesi che era sembrato durare anni... la sofferenza di essere stato dato in affido ad un bieco industriale...

Parallelamente a flashback bui e freddi (che ricordano le atmosfere di Oliver Twist), il work in progress di Canto di Natale procede tra meraviglie e incidenti domestici. Dickens sbraita, parla e si sfoga coi suoi personaggi che rischiano di andare fuori controllo.
Kate ascolta la voce del marito provenire dallo studio/biblioteca: la preoccupazione affiora nei suoi occhi temendo che egli possa trascurare lei e i bambini dando troppe attenzioni a Tara. Nella trama, tuttavia, non si snocciola un banale triangolo sentimentale: la tata irlandese è un’innocente interlocutrice letteraria che con le minute e pallide sembianze ispira Dickens nel creare lo Spirito del Natale Passato. Il corpulento e alto John Forster viene, invece, indicato all’illustratore del libro come lo Spirito del Natale Presente.


Immagini nella pagina:
Foto composita: Dickens crea i personaggi di Canto di Natale.
John Dickens (Jonathan Pryce) nello studio del figlio.
Foto composita: in alto Dickens passeggia nel parco con John Forster (Justin Edwards), in basso Dickens fa travestire l'amico come lo Spirito del Natale Presente.

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