24 febbraio 1530: quando Bologna fu “caput mundi”

di Delia Lenzi

Cavalcata_di_Carlo_V (Miniatura 524x600 px)Lungo tutte le strade percorse la folla era enorme, festante e le case addobbate nel migliore dei modi, i partecipanti al corteo gareggiavano fra loro per ricchezza di abiti, paludamenti, gioielli, finezza di armature e prestanza dei cavalli. Pifferi e tamburi precedevano i monarchi e gran numero di soldati armati seguiva. Particolare attenzione richiamò un alto ufficiale fiammingo, tale Antonio Pepculier, uomo molto prestante e di aspetto gigantesco, con una bellissima armatura, assiso su un cavallo altrettanto imponente. Il Pepculier poco dopo morì a seguito di una febbre acuta e fu sepolto nella cappella Guicciardini della Chiesa di San Lorenzo di Porta Stiera, ove a ricordo venne dipinto un suo ritratto a figura intera e grandezza naturale da Nicolò dell’Abate; al posto della Chiesa, scomparsa, si trova attualmente una farmacia.

Dopo tutte queste lunghe cerimonie nel Palazzo Pubblico fu tenuto in più sale un grande banchetto a cui parteciparono eletti invitati, al contempo in Piazza Maggiore illuminata a giorno non cessavano suoni di trombe e pifferi, con spari di mortaretti in segno di gioia. Affresco Sala Farnese (Miniatura 219x215 px)Il popolo festante poteva liberamente abbeverarsi ad una grande fontana appositamente costruita dove, sotto un’aquila imperiale ad ali aperte, giacevano in riposo due effigi scolpite di leoni gettanti l’una vino bianco e l’altra vino rosso, mentre persone preposte distribuivano di continuo pagnotte di pane. Come d’uso, alla fine del banchetto ciò che era rimasto venne lanciato dalle finestre del palazzo alla folla sottostante, anche se questa scena dovette ripetersi più volte in quanto dentro al palazzo si tenne corte bandita per ben tre giorni. Le feste si protrassero per il Carnevale e per lungo tempo si ebbero ancora banchetti, danze e altri lieti giochi. Infine, il 25 marzo del 1530 Carlo lasciò Bologna e così a breve il Papa. I due si rincontrarono nuovamente a Bologna nel 1532 e ancora una volta la città fu ricettacolo di nobili, personalità e artisti vari fra cui il grande Tiziano e conobbe nuovamente lustro ed importanza.

L’avvenimento del 1530 divenne subito quello che oggi definiremmo “virale” e furono copiose le testimonianze: lettere di ambasciatori o rappresentanti ai loro referenti, di nobili Signori o dei loro cortigiani, di semplici cronachisti o giovani spettatori come il bolognese Ugo Boncompagni che, circa quaranta anni dopo, divenne Papa Gregorio XIII e ne ricordava ancora bene lo sfarzo e l’imponenza. La magnificenza dell’evento e del corteo trionfale venne fissata da vari artisti italiani e stranieri, anche postumi. Tra le opere più celebri la serie di acquaforti di Nicolaus Hogenberg che lo riproducono in 40 fogli, oppure l’affresco di Villa Imperiale a Pesaro del 1532 anche se non proprio corrispondente al vero, o di Palazzo Ridolfi-Da Lisca a Verona, ove una intera sala nel 1565 fu affrescata da Domenico Brusasorzi riproducendo i principali personaggi con fedeltà e dovizia di particolari. Altri frammenti di stampe sono presenti in molti musei, mentre all’interno di Palazzo d’Accursio l’evento fu raffigurato dopo il 1660 da Luigi Scaramuccia ed altri pittori.


Immagini nella pagina:
Nicolaus Hogenberg, Corteo trionfale di Carlo V a Bologna, particolare di uno dei 40 fogli incisi all’acquaforte, ca. 1530, per la visualizzazione dell’intera opera consultare il link: http://bimu.comune.bologna.it/biblioweb/mostra-ventennaleq/la-cavalcata

Luigi Scaramuccia, L'incoronazione di Carlo V, XVII sec., Sala Farnese, Palazzo d'Accursio, Bologna

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