Aurore boreali apparse nell’Ottocento nel cielo di Bologna

di Daniela Bottoni

L’aurora boreale è uno dei fenomeni più affascinanti offerti dalla natura. Una magia di forme luminose, mutevoli ed evanescenti, quasi “danzanti”, che colorano con tonalità dal verde al blu, dal rosso al viola i cieli notturni, incantando chi ha la fortuna di assistervi.

Immagine 2664 (Miniatura 550x358 px)Spieghiamo in poche parole, senza addentrarci nei meandri della fisica, che cos’è l’aurora boreale. Il Sole emette delle particelle, il cosiddetto vento solare. Quando queste particelle, cariche perlopiù di elettroni e protoni, penetrano gli strati più esterni dell’atmosfera terrestre, incontrano i gas che la compongono, principalmente azoto e ossigeno. In seguito a questa interazione, gli atomi di azoto e ossigeno si eccitano o si ionizzano. Successivamente si “diseccitano”, ossia si liberano dell’energia acquisita rilasciandola sotto forma di luce, di fotoni, generando i meravigliosi giochi di luci e colori delle aurore. Il termine più corretto in realtà sarebbe aurora polare, in quanto le particelle solari vengono indirizzate verso i due poli magnetici della Terra. L’aurora polare si distingue poi in aurora boreale o australe a seconda dell’emisfero in cui si manifesta.

Si tratta di un fenomeno che generalmente associamo ai paesi nordici. Infatti, chi vuole ammirare l’incantevole spettacolo dell’aurora boreale si reca nei paesi più prossimi al polo Nord (dal nord della Scozia in su in sostanza), come Norvegia, Finlandia, Svezia, Groenlandia, Islanda, Alaska, Canada, Russia del Nord, preferibilmente oltre il Circolo polare artico, sperando anche in un pizzico di fortuna.

Eppure le aurore boreali, in casi di intensa attività solare, sono state avvistate anche alle nostre latitudini. Tra gli eventi più recenti ricordiamo quello riportato nell’autunno del 2001 nel varesotto e nel ferrarese, e il 20 novembre 2003 sulle Alpi, quando un suggestivo rosso acceso ha colorato lo sfondo delle nostre Dolomiti.

Non sorprende pertanto che anche nell’Ottocento il fenomeno sia stato osservato in Italia, e più di una volta, oltretutto proprio nella nostra città, Bologna.

Enrico Bottrigari, nella sua Cronaca di Bologna del 1870, ce la descrive con queste parole:

24 ottobre. Alle 8 pomeridiane circa si è veduta fra noi una bellissima aurora boreale. Dicesi aurora, perché rassomiglia appunto al sorgere del giorno. Era di colore rosso e dardeggiava in ben tre punti dei raggi prolungati di luce bianca. Occupava non piccolo spazio di cielo da ponente a mezzogiorno, ma vedevasi spiccata affatto dall’orizzonte. Questo fenomeno, rarissimo in Italia, destò nella popolazione la più grande meraviglia per la sua imponenza e pel suo splendore. V’ha chi ricorda altre volte un simile fenomeno che gli scienziati non sanno ancora ben definire. Il Matteucci dice d’averne veduta una in Forlì nell’anno 1812.

Immagine 2667 (Miniatura 550x330 px)Lo stesso Bottrigari l’aveva già riportata nella sua Cronaca nel dicembre 1862:

In questa sera del 14, dal nostro Osservatorio venne osservata una bella Aurora boreale! Alle 9 e 40 m., tempo medio, mostravasi dapprima una nebbia bianchiccia nella parte settentrionale del cielo, che stendevasi circa dai 25 gradi all’est, ai 40 gradi all’ovest del meridiano astronomico e raggiungeva l’altezza di circa 30. Pochi istanti dopo prendeva un colore verde ceruleo presso l’orizzonte e rosso porporino nella regione superiore. Alle 9 e 45 m. si trasformava in una splendida corona di raggi convergenti verso un punto nascosto sotto l’orizzonte presso a poco sul meridiano magnetico.

Il 17 novembre 1848 un’aurora boreale era stata osservata in diverse parti della penisola, a Napoli immortalata dal pittore Salvatore Fergola.

Ancora, l’apparizione di un’aurora fu descritta sul Giornale di Roma e su La Civiltà cattolica il 29 agosto 1859.


Immagini nella pagina:

Aurora boreale sul Bear Lake, Alaska

S. Fergola, L’aurora boreale osservata a Napoli il 17 9.bre 1848 dall’Osservatorio Reale di Capodimonte, 1848, collezione privata

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