Nel frattempo il corpo della vittima viene trasportato via dal medico legale. Il segno sul collo, ormai violaceo, non lascia dubbi: la morte è avvenuta per strangolamento. Ma chi tra i presenti possiede la forza necessaria per compiere un simile gesto? L'unica speranza per il Capitano è che qualcuno abbia visto o sentito qualcosa.
Uno alla volta, l'ufficiale convoca i domestici e i musicisti presenti al pranzo, che vengono interrogati per primi, ma esclusi subito dai sospettati in quanto impegnati nella loro esibizione sul palco mentre avveniva il crimine. Li osserva con attenzione, cercando di cogliere ogni sfumatura di nervosismo, ogni esitazione. Le loro parole ricompongono i tasselli di una serata trasformatasi in tragedia. Percepisce che qualcosa non quadra; c'è un velo di paura che offusca i loro sguardi, un segreto che si nasconde tra le pieghe delle loro storie.
Secondo le loro testimonianze la servitù, al momento dell'omicidio, era tutta in cucina, intenta a svolgere le proprie mansioni. La stanza dove è avvenuto il delitto era dunque lontana da loro, rendendo improbabile aver visto o sentito qualcosa.
Tuttavia c'è un'eccezione: la giovane cameriera assunta per questo evento è l'unica che potrebbe aver visto o sentito qualcosa di importante, poiché si trovava nella camera da pranzo per sistemare la tavola.
Il Capitano decide di concentrarsi su di lei. La interroga a lungo, cercando di carpire ogni dettaglio del suo racconto. La giovane, visibilmente scossa, ripete di non aver visto né sentito nulla di strano. L'interrogatorio prosegue sino a tarda notte. Ogni parola, ogni gesto, ogni sguardo viene attentamente scrutato dall'ufficiale dei carabinieri.
Non acquisendo alcun risultato, decide di parlare con i padroni di casa chiedendo loro informazioni sulla giovane ed ottenendo purtroppo come unica risposta che ella era stata raccomandata dal Cav. Ottavio Farnese Medici, Direttore della Banca Popolare.
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Il Capitano dei Carabinieri Reali Giuseppe Augusto Battaglia accerta il decesso