Gli inquieti trampolieri di Re Carlo

di Antonio Nanetti


Ballerina di flamenco (Miniatura 219x219 px)Il caso dello spagnolo era un altro elemento che m’incuriosiva mentre osservavo i fenicotteri scalpicciare nello stagno vicino al Lago Maggiore. In accordo con l’origine provenzale, gli spagnoli chiamano questo uccello flamenco, proprio come il ballo flessuoso e languido di origine andalusa. Poteva esistere una convergenza fra l’origine di due parole identiche ma apparentemente lontanissime: una a indicare un uccello, l’altra un’antica danza popolare?

Incoronazione di Carlo V (Miniatura 219x272 px)Credevo di aver letto che i ballerini andalusi ricordano nei colori e nei movimenti gli stupefatti trampolieri di cui stiamo parlando, ma sono contento di non aver trovato traccia di una spiegazione troppo debole per essere appassionante. Al contrario, la ricerca ha messo via via in luce altre accezioni del termine flamenco, come sostantivo e aggettivo, disegnando una rete complessa di storie, popoli e guerre che meritava di essere districata.

Può sembrare che stia prendendola alla larga, ma serve sapere che nel secolo XV le Fiandre divennero dominio asburgico. Allo scoccare dell’anno 1500, Filippo d’Asburgo, detto “Il Bello”, e Giovanna di Castiglia, detta “La Pazza”, misero al mondo a Gent, nel Belgio di oggi, il piccolo Carlo d’Asburgo che, incoronato a Bologna dal Papa nella Basilica di San Petronio, divenne erede di terre sterminate. Cinse giovanissimo la corona d’imperatore e oggi lo conosciamo come Carlo V Imperatore del Sacro Romano Impero, ma era anche, fra i molti altri titoli, Carlo IV Re di Napoli, Carlo III Duca del Lussemburgo, Carlo II Duca di Borgogna e Carlo I Re di Spagna. Anzi, è proprio come Carlo I che gli spagnoli lo ricordano ancor oggi.

Comprese le colonie asiatiche e americane, i suoi possedimenti erano estesi al punto che valeva il detto secondo cui “sul suo impero non tramontava mai il sole”. La storia testimonia che domini troppo estesi finiscono per deflagrare e, uniformandosi al detto secondo cui il potere logora, l’esausto Carlo abdicò a 56 anni per morire due anni dopo di malaria in un monastero dell’Estremadura.

L’impero venne frammentato e le Vlaanderen, cioè le Fiandre, entrarono nei domini del figlio Filippo II il Prudente. Questi, in spregio al suo appellativo, inasprì le tasse a quel popolo di commercianti, centralizzò il potere di terre orgogliosamente autonome, si prodigò in operazioni di giustizia sommaria e combatté l’odiato protestantesimo cui molti abitanti, i Vlaams cioè i fiamminghi, avevano già aderito in opposizione alla Chiesa Romana. Questi ovviamente insorsero, gettando la Spagna in uno dei peggiori grattacapi della sua storia, noto oggi come “Guerra degli ottant’anni.

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