A polite lady

L’educazione inglese fra Settecento e Ottocento

di Chiara Albonico

Giovanni_Battista_Piranesi_-_Le_Carceri_d'Invenzione (Miniatura 219x288 px)Stare al passo con le regole era una fatica costante, fondamentale in nome dell’apparenza: perché a Londra ogni aspetto, ogni piccolo particolare era sotto l’occhio perennemente inquisitore di una stampa molto attiva. The Examiner, The Tatler, The Spectator e numerosissimi altri periodici o libercoli circolavano senza sosta puntando il dito contro ogni trasgressione con la tipica, naturale onestà e schiettezza inglese, un tratto che mise più di una volta in imbarazzo i politici esteri.

Negli anni che seguirono la Rivoluzione Francese la necessità di contenere lo sfarzo divenne imperante in ogni angolo d’Europa. Mutò drasticamente l’abbigliamento abbandonando broccati, damaschi e panier, così come mutò l’arredamento ritrovando le forme lineari. Perfino oggetti apparentemente secondari, come le porcellane di Sèvres o di Capodimonte, furono messi da parte e si preferì, non solo in Inghilterra, la sobria semplicità della terraglia bianca inglese determinando lo straordinario successo delle botteghe di produzione come quella di Wedgwood.

Ballroom scene (Miniatura 219x154 px)Dopo una lunga preparazione avviata nella seconda metà del Settecento la cultura inglese stava maturando una cesura, una separazione sempre più netta dai riferimenti europei. Avendo coltivato con costanza una classe dirigente conscia della propria superiorità, per definirne il carattere non restava che trovare le radici della sua autonomia e della sua nobile indifferenza nei confronti del resto del mondo - per natura inferiore - in una storia antica che fosse assolutamente inglese. La Grecia classica era troppo lontana per molti aspetti e, nel lungo periodo di dominazione romana, le tribù dei Britanni non si erano certo distinte per aver giocato un ruolo centrale nell’Impero. Furono quindi abbandonati questi riferimenti: occorreva cercare altrove le radici dell’inglesità. Si ricorse quindi ad un generico Medioevo, in quel lungo periodo nel quale storicamente si iniziò a delineare, dopo le invasioni anglosassoni e poi normanne, un percorso che nei secoli del Basso Medioevo avrebbe portato alla nascita dello stato moderno. Un Medioevo più vagheggiato che realistico, ma tanto bastava perché al classicismo romano venisse preferito un sentore gotico e perché, ad esempio, agli ordinati e innaturali giardini all’italiana venisse preferito l’apparente disordine, più sincero e naturale anche se parimenti ricreato ad arte, del giardino all’inglese.


Immagini nella pagina:
G. B. Piranesi, Le Carceri d'Invenzione, 1761, Museum Berggruen, Berlino.
Scena di ballo, epoca Regency.

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