“C’è un’espressione più felice che racconta la tenacia di questa stella alpina: noi la chiamiamo ‘fiore di roccia’.” Il capitano Colman annuisce. “È questo che siete. Fiori aggrappati con tenacia a questa montagna. Aggrappati al bisogno, sospetto, di tenerci in vita.”
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“Anin, senò chei biadaz ai murin encje di fan”.
Andiamo, altrimenti quei poveretti muoiono anche di fame.
(Maria Plotzner Mentil, 1884- 15 febbraio 1916)
Pubblicato da Longanesi, 2020
Una lettura che mi ha emozionata questo romanzo di Ilaria Tuti. Fiore di roccia riporta alla memoria una pagina importante della nostra storia, purtroppo poco conosciuta al di fuori del Friuli: il contributo delle Portatrici Carniche durante il primo conflitto mondiale. Una storia di coraggio, generosità e resilienza femminile. Una storia di forza morale e grande umanità.
I battaglioni schierati in Zona Carnia sono in difficoltà. Mancano rotabili e mulattiere per portare ai soldati munizioni, cibo, medicinali. Il Comando militare italiano lancia un appello e sono le donne dei villaggi della valle a raccoglierlo. Giovani, anziane, donne semplici, contadine, spalle e braccia allenate da generazioni alla fatica, animi improntati alla solidarietà e alla cura degli altri. Saliranno quasi ogni giorno in vetta per quasi due anni percorrendo gli antichi sentieri della fienagione, superando fino a mille metri di dislivello per raggiungere le prime linee italiane e portare i rifornimenti ai nostri valorosi alpini. Indossando lunghe gonne e le tradizionali calzature di stoffa cucite a mano (gli scarpetz), la testa avvolta in fazzolettoni, saliranno con gerle pesanti fino a quaranta chili, all’alba, a volte di notte, con qualsiasi tempo e il fischio dei proiettili e delle granate sopra le loro teste. Ma non solo questo, riporteranno a valle soldati feriti e uccisi, laveranno loro i panni, scaveranno un cimitero. Si guadagneranno la considerazione e la stima degli alpini.
Il sacrificio è raccontato senza retorica e sentimentalismi, ma con rispetto e pudore.
Fiore di roccia è anche una storia di incontri straordinari con personaggi che entrano nel cuore: il Capitano Colman, Lucia, Don Nereo, il Dottor Janes…
La protagonista, Agata Primus, è un personaggio inventato la cui vicenda si dipana fra fatti realmente accaduti che l’autrice ha tratto dai testi e dai documenti consultati e dalle testimonianze raccolte. Il lettore segue gli eventi attraverso il racconto in prima persona di Agata: le sue vicissitudini, le sue riflessioni profonde, le sue fatiche quotidiane, la fame, la dignità, l’audacia e le paure, i dubbi, il forte legame con le altre compagne, la cura amorevole del padre infermo, il rapporto con il capitano Colman maturato attraverso dialoghi di grande intensità, la ricerca di leggerezza e bellezza anche nei momenti drammatici, la speranza in un futuro. Fino all’incontro improvviso nella neve con un diavolo bianco (così venivano chiamati i temuti cecchini austriaci); da quel momento un dilemma si insinua nell’animo di Agata e nulla può più essere come prima.
La natura in cui si viene immersi, la montagna del Friuli, è anch’essa protagonista. La si percepisce con tutti i sensi. Chi ama la montagna come me ritrova nella vivezza della descrizione sensazioni familiari. Qui la terra è sinonimo di radici, una terra amata che la guerra ha reso sacra.
Una lettura appassionante che cattura dall’inizio fino al toccante finale. Una scrittura sapiente, incisiva e delicata al tempo stesso. Pagine intense, di forte impatto.
Ilaria Tuti è nata e vive a Gemona del Friuli. Ha lavorato come illustratrice e ha esordito nella narrativa pubblicando racconti gialli e fantasy. Nel 2014 ha vinto il premio Gran Giallo Città di Cattolica per il miglior racconto giallo con La bambina pagana. Il thriller Fiori sopra l’inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo primo romanzo. Sono seguiti Ninfa dormiente, Luce della notte, Figlia della cenere e Madre d'ossa, tutti editi da Longanesi e aventi sempre come sfondo la terra natia dell’autrice e come protagonista il commissario Teresa Battaglia, un singolare e complesso personaggio che ha conquistato editori e lettori in tutto il mondo. Da Fiori sopra l’inferno e Ninfa dormiente sono state tratte le omonime serie tv con Elena Sofia Ricci, in onda su Rai1. Fiore di roccia ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti. Nel 2022 ha pubblicato Come vento cucito alla terra, ispirato alla vera storia delle prime donne chirurgo durante la Grande Guerra (vedi) e nel 2024 Risplendo non brucio. I suoi romanzi sono pubblicati in 27 paesi.