(Continua da Seconda Parte)
Un'accusa pesante, un'ombra inquietante si proietta sulla cerimonia funebre. La mente del Capitano comincia a lavorare. Quel messaggio anonimo è come una scintilla che accende una nuova pista investigativa. Il Capitano non può ignorarlo. Deve fare luce, scoprire chi si nasconde dietro quelle accuse e cosa ci sia di vero nei presunti bilanci falsi della Banca Popolare. Immediatamente inizia a interrogare discretamente le persone che avevano partecipato alle esequie e stanno lasciando la piazza, cercando di capire se qualcuno abbia notato qualcosa di strano, un gesto sospetto, una persona che si aggirava con fare furtivo. Ma nessuno sembra aver visto nulla. Il Capitano non si arrende. Rientra presso la Caserma della Compagnia, si siede alla scrivania e inizia a ricontrollare, ad analizzare i documenti, a incrociare le informazioni. E un quadro inquietante comincia ad emergere. Dietro la facciata di rispettabilità della Banca Popolare, si nasconde un mondo di intrighi, speculazioni e loschi affari.
Mercoledì ventisei settembre, il Capitano dei Carabinieri, approfittando dell'incertezza che regna all'interno della Banca del Monte di Bologna, decide di cogliere l'occasione per fare un sopralluogo nell’ufficio del Direttore Moselli. È un ambiente spazioso e luminoso, arredato con mobili classici e quadri di pregio. Sulle scrivanie sono accatastati faldoni di documenti, appunti e fotografie. Il Capitano inizia a esaminare attentamente ogni cosa, cercando qualsiasi indizio che possa essere utile alle indagini. Tra le carte trova una serie di appunti del Direttore che sembrano particolarmente interessanti. Sono scritti a mano con una grafia minuta e disordinata, e fanno riferimento a nomi di persone, società e transazioni finanziarie. Il Capitano legge con avidità gli appunti, cercando di capire il loro significato. Mentre continua a leggere, in lui prende forma un'idea. Il Direttore Conte Moselli era un uomo potente, con molti nemici e molti segreti. È possibile che la sua morte non sia stata un gesto emotivo, ma un omicidio premeditato. Il Capitano decide di portare con sé gli appunti, convinto che possano essere una pista importante per risolvere il caso. Li ripone nella sua valigia, esce dall'ufficio, chiudendo la porta a chiave. Sa che ottenere l'accesso ai bilanci della Banca Popolare non sarà facile. È un'informazione riservata, protetta da rigidi protocolli di sicurezza. Ma è determinato a fare luce sul delitto e quei bilanci possono essere la chiave per risolvere il caso. Stabilisce quindi di chiedere aiuto al Sindaco di Bologna, Sergio Majorana Merzagora. Il primo cittadino, un ex-professore di Giurisprudenza, è un uomo onesto e capace, con una profonda conoscenza della legge. È sicuro che possa aiutarlo ad accedere a quei documenti senza violarla.
Immagine nella pagina:
Studio di fine Ottocento-inizi Novecento (immagine rielaborata)