Il nostro uomo a Kabul

Sir Pierre Louis Cavagnari e il Grande Gioco

di Andrea Olmo

Pierre Louis Napoléon Cavagnari nacque il 4 luglio 1841 a Stenay, in Francia, nel Dipartimento della Mosa, dal Conte Louis Adolphus Cavagnari ex-ufficiale napoleonico di origine italiana, nonché figlio del segretario privato del Bonaparte, e da Caroline Lyons-Montgomery, una nobildonna irlandese. Nel 1848, in seguito alla rivoluzione che portò alla caduta della monarchia borghese di Luigi Filippo d’Orléans, i Cavagnari furono costretti a fuggire in Gran Bretagna. Naturalizzato cittadino inglese, il giovane Pierre Louis frequentò il Christ’s Hospital, noto anche come The Bluecoat School, e quindi il college di Addiscombe.
Entrato al servizio della Compagnia delle Indie Orientali come ufficiale dell’Esercito del Bengala, nel Reggimento 1° Fucilieri del Bengala, partecipò alle campagne dell’Oudh nel 1858 e 1859, nelle fasi finali del Grande Ammutinamento dei Sepoy, conquistandosi la Indian Mutiny Medal. Sciolta la Compagnia delle Indie, e passati i suoi possedimenti indiani sotto il diretto controllo della Corona Britannica, Cavagnari passò a far parte dell’Esercito regolare.
Nel 1861 fu nominato assistant-commissioner nella provincia del Punjab, al confine con l’Afghanistan, dove poté iniziare la sua lunga partecipazione al Grande Gioco, intessendo relazioni con capi-tribù e mercanti locali, esplorando territori sconosciuti e partecipando a svariate spedizioni militari, tra cui la spedizione contro i Bizoti Orakzais, quella contro gli Afridi e la spedizione di Utmankhel.

In breve tempo Cavagnari divenne un apprezzato diplomatico rispettato anche dalle popolazioni locali nonché uno dei migliori giocatori, raggiungendo il grado di Maggiore e ottenendo nel 1866 la nomina a deputy-commissioner di Kohat e nel 1877 quella a deputy-commissioner di Peshawar. Intanto nel 1871 Pierre Louis era convolato a giuste nozze con la giovane Mercy Ellen Graves.

Nel 1878 arrivò per Cavagnari il momento della massima gloria che purtroppo fu preludio a quello della rovina. In Europa era in corso la guerra Russo-Turca e come manovra di disturbo, al fine di evitare che gli inglesi potessero portare aiuto ai turchi, e fors’anche per preparare un possibile attacco all’India, i russi inviarono una missione diplomatica in Afghanistan, al comando del Generale Nikolaj Stoletov.

L’emiro di Kabul Sher Alì, un po’ per simpatia, un po’ per timore che i russi lo spodestassero sostituendolo con suo nipote Abdur Rahman, accolse con tutti gli onori la missione russa, sottoscrivendo un trattato di amicizia con lo Zar. Ripartendo da Kabul, Stoletov diffidò l’emiro dall’accogliere missioni diplomatiche britanniche, promettendo l’invio di trentamila soldati in caso di attacco inglese all’Afghanistan.


Immagine nella pagina:
Bala Hissar (Kabul), 1879

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Aprile-Settembre 2010 (Numero 16)

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