Il Gran Ballo dell'Unità d'Italia

Un evento, un momento, un incontro

di Alessia Branchi


Prima dell’inizio dell’evento i danzatori si posizionano davanti alla tela a creare un quadro vivente. Con l’apertura del Ballo, la pittrice dà vita ai danzatori: alcuni escono dal quadro danzando il valzer, altri muovendosi sulle note del preludio del I atto, altri ancora si dispongono per iniziare una contraddanza. Tutti i danzatori hanno modo di incontrarsi a danzare e di vivere momenti intensi di danza. Inoltre alcuni versi di poesia arricchiscono l’evento permettendo agli spettatori di godere del dipinto che via via sta nascendo.

Con queste premesse la Società di Danza-Circolo Bolognese è pronta a impegnarsi nella riuscita di un evento capace di rendere viva la danza dell’Ottocento in ognuno di noi.


I VESPRI SICILIANI

Anche se il contenuto dell’opera e il contesto storico sono poco rilevanti rispetto all’idea del Ballo che la Società di Danza-Circolo Bolognese intende realizzare, è interessante comunque sapere che tra la primavera del 1853 e quella del 1854 Giuseppe Verdi si trovò a lavorare a Parigi dove Eugène Scribe aveva improntato un libretto per lui.

Il tema di questa nuova opera era la guerra del Vespro Siciliano che si accordava pienamente con il sempre vivo interesse del maestro per l’indipendenza dell’Italia. Tuttavia la composizione de Les Vêpres siciliennes andava a rilento, il compositore era preso da un’inspiegabile svogliatezza e da una smania feroce di tornare a casa, come scriveva il 2 marzo 1854 alla Contessa Maffei Lo dico a Lei sottovoce, perché sono certo che Ella mi crederà. Altri crederebbero a un’affettazione da parte mia. Ed io non ho nessun interesse a dire quello che non sento. Ma i nostri lions milanesi hanno un’opinione così esagerata di tutto quello che si fa e che esiste in Parigi!… Del resto tanto meglio. Buon divertimento a loro! (Vincenzo Terenzio, La musica italiana nell’Ottocento, Bramante Editrice, Milano , 1976, pp. 209-210.)

Il 13 giugno 1855 I Vespri Siciliani andarono in scena e ottennero un discreto successo. L’episodio dell’opera acquistò il significato simbolico, nell’ottica risorgimentale, di rivolta contro lo straniero.
L’Italia nell’Ottocento, era suddivisa in tanti stati e staterelli dominati da dinastie e potenze straniere, così come la Sicilia nel 1282 era dominata dalla dinastia francese degli Angioini. Pertanto l’unità italiana andava perseguita affermando gli interessi degli italiani contro quelli degli stranieri.
L’opera di Verdi si basava su un evento realmente accaduto. Il 30 marzo 1282 i contadini siciliani si ribellarono contro le forze francesi che occupavano l’isola.

La leggenda racconta che la scintilla dell’insurrezione fu la molestia ad una donna siciliana, che si stava recando in chiesa, da parte di un soldato francese. Il marito della donna uccise il soldato. In quel momento suonarono le campane del lunedì di Pasqua e queste furono seguite da grida di vendetta da parte dei contadini siciliani. Seguì una battaglia sanguinosa tra contadini e soldati francesi che si estese per tutta l’isola. Il nome I Vespri Siciliani fu probabilmente dato dalla scelta del tocco delle campane come segnale d’attacco.

Fine.
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Aprile-Giugno 2005 (Numero 1)

Dipinto di Cinzia Fiaschi, particolare

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