Un incontro con Giuseppe Verdi

Tratto da: Lettres et souvenirs 1871-1874, Parigi, 1920, pp. 232-241

di Henri Maréchal (Trad. Marinette Pendola)

Un appassionato cultore della musica verdiana, Henri Maréchal, ebbe modo d'incontrare il Maestro a Parigi nel 1874. Il brano che segue ne raccoglie i ricordi.

(Tratto da: Lettres et souvenirs 1871-1874, Parigi, 1920, pp. 232-241.)

Negli ultimi giorni di maggio un grande avvenimento musicale ebbe luogo a Parigi: Verdi venne a dirigere all’Opéra-Comique la sua Messa da Requiem alla memoria di Manzoni di cui era amico. Si diceva che il Maestro avesse in parte composto questa messa a Parigi in cui mesi prima aveva fatto un soggiorno abbastanza lungo; che alloggiasse, come al solito, all’Hôtel de Bade, sul Boulevard des Italiens, e che molti lo avessero spesso visto di buon mattino misurare a grandi passi il boulevard, dalla Madeleine alla rue Drouot, con l’aria di un uomo immerso nelle più profonde meditazioni; perciò la conclusione era stata che lavorava alla Messa da Requiem.
Verdi fu il più grande idolo della mia gioventù. Giunto all’adolescenza senza la minima cultura musicale, il vigore, la brutalità stessa, l’abbondanza infine di questo genio così potentemente drammatico mi avevano conquistato completamente per la loro violenta espressività.
Estraneo a qualsiasi considerazione di natura estetica, il pubblico è conquistato innanzi tutto da tali qualità. Ciò spiega perché l’opera di Verdi ha occupato la prima posizione in tutti i teatri del mondo per tante generazioni. E d’altronde, non è ancora finita.
Nel 1874, non avevo ancora mai visto il Maestro; ma nella mia piccola camera di studente, diversi suoi ritratti appesi al muro mi avevano familiarizzato con il suo viso. Il pensiero che lo avrei finalmente visto mi causava una vivissima emozione! Era tutto il passato che si svegliava; e, benché altre statue avessero sospinto quella di Verdi per prendere posto accanto a lui sulla vetta in cui erano state poste dal mio entusiasmo giovanile, feci in modo di procurarmi una poltrona accanto alla scena per poterlo vedere meglio.
Appena aprirono le porte, mi avviai nei corridoi in un febbrile stato d’incoscienza tanto i minuti che stavo per vivere suscitavano in me uno stato di vera angoscia!…- Eh là!….Toh, è Lei?….Oh, che caldo!… Ma si sta meglio qui che in campagna da dove vengo e dove si cuoce!….Era Pasdeloup che si asciugava la fronte e i cui piedi avevo appena calpestato (…)!


Immagine nella pagina:
Verdi dirige la Messa da Requiem, caricatura intitolata 'Dies Irae!!!' di Melchiorre Delfico

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Aprile-Giugno 2005 (Numero 1)

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