Passata l’epoca romana il calcestruzzo fu pressoché dimenticato, forse anche per la difficoltà di procurarsi grandi quantità di pozzolana, nel XIII e XIV secolo, in ambiente veneziano, la pozzolana fu sostituita da altri leganti che presentavano una maggiore resistenza al deterioramento, ma si tratta di applicazioni limitate. La riscoperta del calcestruzzo si ebbe con la fine del settecento, ad opera dell’inglese John Smeaton che lo utilizzò per le fondamenta del faro di Eddystone, ottenendo un fortunato successo che diede nuova vita alle ricerche sulla produzione del calcestruzzo. Ma per avere l’armatura bisogna aspettare ancora. L’inizio dell’utilizzo del cemento armato in edilizia si ha con la metà dell’Ottocento, ma solo con la fine del secolo se ne ha la diffusione, sino ad arrivarne all’uso pressoché quotidiano con i primi del Novecento.
Storicamente, il primo brevetto per l’utilizzo del cemento armato in edilizia è attribuito a William Wilkinson, di Newcastle, che nel 1854 volle costruire magazzini e alloggi per la servitù che fossero a più piani e a prova di fuoco. È della prima metà degli anni ‘70 il primo edificio costruito in cemento armato a New York, è del 1894 la chiesa di Saint-Jean de Montmartre a Parigi costruita con volte, archi e muri di cemento armato; è del 1904 a Cincinnati il primo grattacielo; è del 1913 il Jahrhunderthalle di Breslavia; sono del 1920 i grandi capannoni parabolici dell’aeroporto Orly a Parigi.
Dal 1928 le Esposizioni Universali sono regolate da un organo internazionale, il BIE, e prendono il nome di Expo; prima di allora la realizzazione di una Esposizione era una partita politica giocata a tutto campo.
Quella del 1855 fu la seconda Esposizione Internazionale, a distanza di quattro anni dalla prima, più famosa, di Londra. Le Esposizioni Internazionali erano sostanzialmente delle fiere a livello globale, in cui espositori da tutto il mondo si presentavano a visitatori da tutto il mondo. E tutto il mondo non è eccessivo.
Il carattere internazionale della fiera era un dato di fatto e l’internazionalità della cosa pure. Nel 1855 si parla di circa 24.000 espositori e più di cinque milioni di visitatori provenienti da 25 paesi, e il dato fu in costante crescita nelle Esposizioni successive, tanto per citare la più famosa, sempre a Parigi, del 1900, nella quale i visitatori, provenienti da 58 paesi, superarono i 50 milioni, con una vera invasione dall’Oriente. Fiere con tanto di medaglie d’oro assegnate nei vari campi.
Conquistare una Esposizione Internazionale era sicuramente una vittoria politico-economica non indifferente, era una vetrina in cui ci si mostrava al mondo, in cui ci si faceva grande pubblicità, soprattutto d’immagine, e dalla quale si potevano trarre grandi profitti, anche se non sempre questo fu vero. Quella del 1855 fu fortemente voluta dall’Imperatore Napoleone III, che dopo soli quattro anni volle dare un’immagine di grandezza della Francia nei confronti della storica rivale Inghilterra che aveva realizzato la prima e precedente Great Exhibition. Aprì il 15 maggio e chiuse il 15 novembre.
Tipicamente le Esposizioni si svolgevano in edifici costruiti per l’occasione, raramente, ed in realtà molto recentemente, sono state realizzate in edifici preesistenti. Per l’Esposizione del 1855 venne costruito il Palazzo dell’Industria, realizzato con l’intento di far sfigurare il Palazzo di Cristallo, sede della precedente Esposizione.