Tecnicamente la guerra era finita, ma continuò invece per qualche anno perché il Perù si rifiutava di arrendersi e combatté una guerriglia contro i Cileni che ne occupavano numerose città. L’ultimo piccolo esercito peruviano venne infine fermato e distrutto nel 1883 nella battaglia di Huamachuco, l’ultima della guerra. La pace venne firmata il 20 ottobre 1883 e l’occupazione cilena di Lima terminò il 29 dello stesso mese. La Bolivia cedette la sua provincia costiera e il Perù le sue provincie meridionali, dove il Cile favorì l’immigrazione dei propri compatrioti per spostare l’equilibrio demografico. Il deserto e le sue ricchezze divennero completamente cileni, i confini fissati come sono ora.
La guerra lasciò profondi segni nelle società dei tre paesi, visibili ancora oggi. I Boliviani attribuiscono gran parte delle proprie difficoltà economiche anche odierne alla mancanza di un accesso diretto al mare, un tema spesso utilizzato da politici locali per guadagnare consenso. Le relazioni diplomatiche col Cile si sono interrotte nel 1978 e ogni anno viene commemorata la perdita del territorio di Antofagasta.
Per il Perù le ferite dell’occupazione cilena, i morti civili, i bombardamenti di città e il furto di opere d’arte e tesori sono memorie ancora vivide che fanno rinascere desideri di rivalsa. Ma soprattutto, dopo la guerra il paese visse pesanti scontri civili e sociali che ne minarono lo sviluppo e portarono a divisioni razziali tra ispanici e nativi indios non del tutto superate nemmeno ora.
Il Cile invece, unico vincitore, sfruttò al massimo il guano e il salnitro facendo crescere il proprio tesoro del 900% dal 1879 al 1902; per quasi un secolo inoltre la narrazione della guerra riportò come ragione principale di vittoria la superiorità razziale cilena. Ma finì isolato. Nel tentativo di migliorare le relazioni, nel 2007 il Cile ha restituito al Perù molti libri antichi e preziosi rimasti in propria mano. Rimangono però alcune dispute sui confini marittimi, con entrambi i paesi che ogni tanto si accusano reciprocamente di prepararsi a un secondo scontro.
La tragicità sta anche nel notare come siano bastati meno di quarant’anni per rendere inutile ogni vantaggio o motivo dietro la Guerra del Pacifico: durante la I Guerra Mondiale si iniziarono a produrre nitrati chimicamente e in maniera più economica; il valore delle risorse naturali cilene crollò e così la sua economia, che ormai dipendeva grandemente da esse. Cento anni invece non sono bastati a sopire le recriminazioni e le differenze tra i popoli coinvolti: ancora oggi, dopo più di cento anni, molti Cileni guardano i Peruviani con superiorità; ancora oggi, dopo più di cento anni, molti Peruviani guardano i Cileni con rabbia; ancora oggi, dopo più di cento anni, molti Boliviani reclamano a gran voce quell’accesso al mare che considerano proprio diritto irrinunciabile.
Immagine nella pagina:
Raccolta di guano oggi (fotografia del 2009)