Dovevo essere imperatrice

di Ilaria Faraci

Nel 1883 Stefania si rese conto di essere incinta e questo portò ad un riavvicinamento col principe ereditario. Coccolata e vezzeggiata da tutti, Stefania aspettava con ansia il momento del parto. La delusione fu enorme quando, al posto del tanto agognato erede al trono, nacque una bambina, battezzata col nome di Elisabetta. Stefania non si curò mai molto della figlia. Ella stessa era stata affidata dalla più tenera età alle governanti e non sapeva in che altro modo porsi nei confronti della bambina. Rodolfo, al contrario, fu un padre tenerissimo e dolcissimo. Madre e figlia non riuscirono mai a legare del tutto e i loro rapporti furono sempre tesi.
Probabilmente tali contrasti furono dovuti anche ai caratteri profondamente diversi: nonostante avesse perso il padre all’età di cinque anni, Elisabetta somigliava tantissimo a Rodolfo. Negli anni a venire, si sposò in seconde nozze con il socialdemocratico Leopold Petznek e venne definita l’ Arciduchessa rossa, nulla di più lontano dalla madre e dal nonno paterno!

I rapporti fra Stefania e il principe ereditario continuarono a deteriorarsi nonostante la nascita della figlia e si ruppero definitivamente quando la principessa si rese conto che il marito le aveva contagiato una malattia venerea contratta nelle sue frequentazioni con prostitute. In seguito a quell’episodio, Stefania divenne sterile. Ferita nell’orgoglio e umiliata nel profondo, la principessa non solo ebbe la prova che il marito la tradiva con chiunque ma soprattutto si rese conto di non poter più generare l’erede al trono.
Stefania riuscì a consolarsi pensando che tutti i suoi sacrifici un giorno l’avrebbero premiata e che sarebbe divenuta, nonostante tutto, imperatrice.

Si buttò a capofitto nei suoi impegni e i viaggi di stato allietarono il suo triste animo. Incontrando persone e posti nuovi, i principi fingevano di essere una coppia felice e Stefania poteva recitare la sua parte preferita.
Nonostante i due coniugi si fossero molto allontanati, Stefania si rese conto della vita sempre più sregolata del principe, dei suoi sbalzi d’umore e del suo stato malaticcio. Allarmata, volle parlarne con l’imperatore ma il colloquio non ebbe alcun esito. Francesco Giuseppe non si preoccupò: era ormai troppo distante dal figlio per comprenderne i problemi.

Il 30 gennaio 1889 vennero ritrovati i corpi senza vita del principe ereditario e della sua amante del momento, Mary Vetzera. La principessa ereditaria affermò che le era capitata la cosa peggiore che potesse accadere ad una donna sposata: la morte del marito accanto ad un’altra donna. Ella non riusciva a provare nulla di più profondo per il padre di sua figlia, le ferite erano ancora aperte. I parenti del defunto le addossarono in parte la colpa e affermarono che era stata la sua indifferenza e freddezza ad allontanare sempre di più Rodolfo da una sana vita familiare.


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Baronessa Mary Vetsera, foto d'epoca
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Gennaio-Marzo 2007 (Numero 6)

La casa di Carducci, attorno al 1850 (particolare)
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